
ABORTO: sulla Ru486 ora i neo pro-life rispondano
2009-11-24
Il tentativo di occultamento del male operato dalle lobby
Negli ultimi decenni abbiamo assistito ad un progressivo ed
inesorabile allontanamento da una posizione radicale in difesa
della vita umana innocente verso una posizione sempre più
sfumata e sempre meno ortodossa, soprattutto in seno ai movimenti
pro-life italiani e a gran parte del mondo cattolico. Mantenere un
atteggiamento fermo e deciso avrebbe significato infatti
“perdere contatto” con il mondo e rinunciare alla
seduzione del compromesso e del dialogo.
I “successi” ottenuti dalla cultura antivita dominante
sono in parte da attribuire alla scarsa ed inconsistente
opposizione dei “buoni” che, colludendo col nemico sui
punti essenziali, hanno finito per spianargli la strada. Il recente
via libera dell’Aifa all’introduzione nel mercato
italiano della pillola abortiva Ru486 ha reso ancor più
evidente e manifesta tale perversa tendenza.
Già da tempo l’“Avvenire”, il quotidiano dei
vescovi italiani, ha dato prova di equilibrismo concettuale e
dottrinale sul tema dell’aborto volontario, assumendo spesso
posizioni ambigue e fin troppo concilianti. Sull’inserto di
“Avvenire” intitolato E’ vita del 12 novembre
è uscito uno sconcertante articolo dal titolo Sulla Ru486 ora
l’Aifa risponda, in cui vengono poste all’Agenzia
italiana del farmaco una serie di domande in merito
all’attuazione del provvedimento che autorizza la
distribuzione della Ru486. Le otto domande costituiscono forse il
manifesto più evidente della deriva morale ed intellettuale in
atto: in esse non c’è alcun riferimento al bambino, la
vera vittima dell’aborto chimico, che non viene mai nemmeno
nominato!
Tutti gli interrogativi ruotano intorno alla salvaguardia
dell’integrità fisica della donna ed al rispetto di
quella legge che da oltre trent’anni legittima
l’uccisione volontaria di esseri umani innocenti ed indifesi.
L’abominevole delitto descritto dal Catechismo diventa tale
solamente quando la donna ne subisce le conseguenze fisiche o
morali.
Il tentativo di occultamento del male operato dalle lobby abortiste
ha probabilmente raggiunto l’obbiettivo fissato: della
vittima non v’è più alcuna traccia.
Allegato di Avvenire:
Sulla Ru486 ora l’Aifa risponda
E’ attesa per la settimana prossima la pubblicazione in
Gazzetta Ufficiale delladetermina dell’Agenzia
italiana del farmaco ( Aifa) sulla Ru486, l’atto che sanciril
via libera dell’aborto chimico negli ospedali italiani. Sul
tavolo, per, rimangono non poche questioni aperte. Sulle quali
l’Aifa deve fare chiarezza.
1. La legge 194 prevede che la procedura abortiva avvenga in
ospedale. Per l’aborto chimico, tuttavia, l’espulsione
del feto avviene almeno due giorni dopo l’assunzione della
pillola. Come verrcontrollato che sia avvenuta?confermato che si
verifichercon un’ecografia?
2. In base alla 194 e a due pareri del Consiglio superiore di
sanit(che prevedono il trattenimento
Alla vigilia del via libera con la pubblicazione delladeterminain
Gazzetta Ufficiale mancano ancora molti chiarimenti su punti
decisivi
della donna fino ad aborto avvenuto) emerge
l’incompatibilitdell’aborto chimico con il day
hospital. Sardunque imposto il regime di ricoveroordinarioper
le donne che ricorreranno alla Ru486?
3. La 194 va applicata a livello nazionale. Saranno esclusi regimi
diversi di ricovero a seconda delle regioni?
4. Con la Ru486prevista una profilassi con antibiotici.
Saranno i medici a stabilire se e in che quantitla paziente
dovrassumerli?
5. Se la paziente firma il modulo di dimissioni volontarie subito
dopo l’assunzione della prima pillola (il mifegyne) che tipo
di assistenza le verrfornita? Come monitorare gli eventuali eventi
avversi (il cosiddetto follow up )?
6. Nel modulo di consenso informato che le donne dovranno firmare
per assumere la Ru486 sarindicato il tasso di
mortalitdell’aborto chimico, chedi 10 volte superiore a
quello chirurgico? E che sulle minorenni, per esempio, il farmaco
nonmai stato sperimentato?
7. Dopo l’assunzione della Ru486 (il myfegine) il protocollo
dell’aborto chimico prevede una seconda pillola, il
misoprostol, che induce l’espulsione del feto. Nel nostro
Paese il farmaco, noto come Cytotec,percommercializzato come
antiulcera. Come sarrisolto il problema del suo impiego off
label?
8. Il via libera alla Ru486 apre la porta all’aborto a
domicilio (come accade in Francia). Sarribadito (e in che misura)
che esso viola la legge 194 e la tutela della donna? (V)
Il tentativo di occultamento del male operato dalle lobby
abortiste ha probabilmente raggiunto l’obbiettivo fissato:
della vittima non v’è più alcuna traccia.
Pubblichiamo un significativo articolo tratto da Corrispondenza
Romana CR
n.1118, alleghiamo inoltre il testo di ‘E’ Vita’ di
Avvenire.
Negli ultimi decenni abbiamo assistito ad un progressivo ed
inesorabile allontanamento da una posizione radicale in difesa
della vita umana innocente verso una posizione sempre più
sfumata e sempre meno ortodossa, soprattutto in seno ai movimenti
pro-life italiani e a gran parte del mondo cattolico. Mantenere un
atteggiamento fermo e deciso avrebbe significato infatti
“perdere contatto” con il mondo e rinunciare alla
seduzione del compromesso e del dialogo.
I “successi” ottenuti dalla cultura antivita dominante
sono in parte da attribuire alla scarsa ed inconsistente
opposizione dei “buoni” che, colludendo col nemico sui
punti essenziali, hanno finito per spianargli la strada. Il recente
via libera dell’Aifa all’introduzione nel mercato
italiano della pillola abortiva Ru486 ha reso ancor più
evidente e manifesta tale perversa tendenza.
Già da tempo l’“Avvenire”, il quotidiano dei
vescovi italiani, ha dato prova di equilibrismo concettuale e
dottrinale sul tema dell’aborto volontario, assumendo spesso
posizioni ambigue e fin troppo concilianti. Sull’inserto di
“Avvenire” intitolato E’ vita del 12 novembre
è uscito uno sconcertante articolo dal titolo Sulla Ru486 ora
l’Aifa risponda, in cui vengono poste all’Agenzia
italiana del farmaco una serie di domande in merito
all’attuazione del provvedimento che autorizza la
distribuzione della Ru486. Le otto domande costituiscono forse il
manifesto più evidente della deriva morale ed intellettuale in
atto: in esse non c’è alcun riferimento al bambino, la
vera vittima dell’aborto chimico, che non viene mai nemmeno
nominato!
Tutti gli interrogativi ruotano intorno alla salvaguardia
dell’integrità fisica della donna ed al rispetto di
quella legge che da oltre trent’anni legittima
l’uccisione volontaria di esseri umani innocenti ed indifesi.
L’abominevole delitto descritto dal Catechismo diventa tale
solamente quando la donna ne subisce le conseguenze fisiche o
morali.
Il tentativo di occultamento del male operato dalle lobby abortiste
ha probabilmente raggiunto l’obbiettivo fissato: della
vittima non v’è più alcuna traccia.
Allegato di Avvenire:
Sulla Ru486 ora l’Aifa risponda
E’ attesa per la settimana prossima la pubblicazione in
Gazzetta Ufficiale delladetermina dell’Agenzia
italiana del farmaco ( Aifa) sulla Ru486, l’atto che sanciril
via libera dell’aborto chimico negli ospedali italiani. Sul
tavolo, per, rimangono non poche questioni aperte. Sulle quali
l’Aifa deve fare chiarezza.
1. La legge 194 prevede che la procedura abortiva avvenga in
ospedale. Per l’aborto chimico, tuttavia, l’espulsione
del feto avviene almeno due giorni dopo l’assunzione della
pillola. Come verrcontrollato che sia avvenuta?confermato che si
verifichercon un’ecografia?
2. In base alla 194 e a due pareri del Consiglio superiore di
sanit(che prevedono il trattenimento
Alla vigilia del via libera con la pubblicazione delladeterminain
Gazzetta Ufficiale mancano ancora molti chiarimenti su punti
decisivi
della donna fino ad aborto avvenuto) emerge
l’incompatibilitdell’aborto chimico con il day
hospital. Sardunque imposto il regime di ricoveroordinarioper
le donne che ricorreranno alla Ru486?
3. La 194 va applicata a livello nazionale. Saranno esclusi regimi
diversi di ricovero a seconda delle regioni?
4. Con la Ru486prevista una profilassi con antibiotici.
Saranno i medici a stabilire se e in che quantitla paziente
dovrassumerli?
5. Se la paziente firma il modulo di dimissioni volontarie subito
dopo l’assunzione della prima pillola (il mifegyne) che tipo
di assistenza le verrfornita? Come monitorare gli eventuali eventi
avversi (il cosiddetto follow up )?
6. Nel modulo di consenso informato che le donne dovranno firmare
per assumere la Ru486 sarindicato il tasso di
mortalitdell’aborto chimico, chedi 10 volte superiore a
quello chirurgico? E che sulle minorenni, per esempio, il farmaco
nonmai stato sperimentato?
7. Dopo l’assunzione della Ru486 (il myfegine) il protocollo
dell’aborto chimico prevede una seconda pillola, il
misoprostol, che induce l’espulsione del feto. Nel nostro
Paese il farmaco, noto come Cytotec,percommercializzato come
antiulcera. Come sarrisolto il problema del suo impiego off
label?
8. Il via libera alla Ru486 apre la porta all’aborto a
domicilio (come accade in Francia). Sarribadito (e in che misura)
che esso viola la legge 194 e la tutela della donna? (V)