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Non c’è male peggiore del male minore. Di Massimo Micaletti

2011-04-29

“Ogni compromesso concluso con il male somiglia non solo
al suo trionfo parziale, ma al suo trionfo completo”

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Alla fine, a tappe (inaspettatamente) forzate, la legge sul
biotestamento procede spedita in Parlamento. Molti ne gioiscono e
si preparano a salutar festanti l’ennesima “buona
legge” che l’impegno di certa parte del mondo cattolico
e certa parte del mondo pro–life hanno consegnato a questo
Paese che – a quanto pare – ne ha assolutamente
bisogno.

Non mancheranno ovviamente gli alti lai di chi, lamentando uno
Stato “asservito al
Vaticano
”, protesterà che il nostro non
è un Paese civile perché non dichiara apertamente che
è possibile farsi ammazzare dal medico come e quando pare e
piace.

L’occasione è quindi propizia per parlare della Legge
40. Uno potrebbe chiedersi: ma non è quella sulla
fecondazione artificiale? E cosa c’entra?

C’entra, purtroppo.



Nel 2008 è successa una cosa. Una cosa della quale i
sostenitori della Legge 40 non hanno parlato, forse per imbarazzo,
forse perché la ignorano. E non ci sarebbe da meravigliarsi:
la fecondazione assistita è ormai capitolo chiuso per una
certa parte mondo cattolico come per una certa parte del mondo
pro–life, quindi che senso ha ragionarci sopra?

E poi, cosa mai sarà successo, nel 2008, di così
grave?

Leggiamo dalla Relazione 2010 sull’attuazione della Legge 194
che nel 2008 ci sono stati 121.301 aborti: in altri termini, grazie
alla Legge 194 a spese dello Stato sono stati distrutti 121.301
esseri umani.

Leggiamo poi dalla Relazione 2010 sull’attuazione della Legge
40 che nel 2008 hanno avuto luogo 44.065 cicli di fecondazione
artificiale di II e III livello e che ne sono nati 7.492 bambini
(benarrivati!) a séguito di 8.847 gravidanze avviate. Ora,
poiché la Legge non impone di rendere noto il numero di
embrioni effettivamente prodotti in totale, ma ne fissa il limite a
tre, possiamo fare questo semplice calcolo: 44.065 x 3 ed otteniamo
132.195 esseri umani prodotti con la fecondazione artificiale nel
2008. Bene. Ma sappiamo che ne sono nati 7.492: pertanto, 132.195
– 7.492 sono 124.703 embrioni distrutti, 1.355 dei quali
durante la gravidanza. Nel 2008 la fecondazione assistita benedetta
dalla Legge 40 ha distrutto 124.703 esseri umani.



Nel 2008, dunque, sono stati uccisi più esseri umani dalla
buona legge
40 che dalla “iniqua
legge
” 194: ne ha
uccisi più la FIVET che l’aborto
. E la forbice
è destinata ad ampliarsi nel 2009, in quanto dai dati
provvisori sappiamo che la FIVET è in costante crescita,
mentre gli aborti si fermeranno a 116.933.



A questo punto, qualcuno obietterà: ma grazie alla Legge 40!
Altrimenti sarebbero stati molti di più. Il che equivale a
dire che la Legge 194 va bene così com’è
perché almeno i Centri Aiuto alla Vita salvano cinquecento
bambini ogni anno. E qualcuno inizia a pensarla così: avete
più sentito parlare di iniziative pro life contro la Legge
194? E se non ci sono contro la 194, figuriamoci contro la 40,
benedetta ed approvata da porporati e non.

I pro–life non guardano a chi si salva, guardano a chi viene
ucciso e distrutto: sono quelle le persone a cui dobbiamo dar voce.
Noi difendiamo gli indifesi, non i fortunati superstiti. Cosa
è più importante di loro, dei più poveri tra i
poveri? Cosa ci autorizza ad accontentarci, a tacere, a sostenere
compromessi in cui si spendono vite non nostre? Nulla.



C’è poco da fare: bisogna denunciare forte e chiara la
forma mentis di rinuncia,
di compromesso, che ha abbassato – e di parecchio –
l’asticella e che ha portato chi dovrebbe essere sprone etico
alle recalcitranti forze politiche a divenire entusiasta o
sollevato sostenitore di soluzioni omicide che eticamente
insostenibili divengono per chissà qual motivo praticabili
de iure condendo.

Questa mentalità c’è ed è innegabile e
ne è l’ennesima prova il fatto che, una volta
ottenuta” la
Legge 40, nessuno di coloro che l’avevano sostenuta e
promossa come “male
minore
” si è più impegnato per
modificarla, monitorarla, eroderla a tutela del concepito. Ci si
è limitati al più ad alzare qualche grida
allorché i prevedibilissimi interventi della Corte
costituzionale e di qualche magistrato “all’avanguardia” hanno
aperto carchi nel muro di cartapesta che il Parlamento aveva
confezionato e che qualcuno, sordo a continui ed autorevolissimi
richiami, aveva scambiato per un inespugnabile bastione.

Ma, ad esempio, chi dei politici dichiaratisi pro–life ha
impugnato (o si è mosso per far impugnare) le sciagurate
linee guida Turco della Legge 40? E sì che lì ci
sarebbero tutti i presupposti, trattandosi chiaramente di norme
praeter legem e
contra legem. E tutto
tace.



E non regge l’obiezione per cui la scelta del
male minore
è obbligata e praticabile perché non esiste un clima
politico e culturale favorevole ad una integrale tutela della Vita:
questo clima non esisterà mai se coloro che devono
promuovere la vera cultura della Vita si adagiano, si adeguano,
scelgono una via mediana che è poi sempre via
mediocre.

Non si predica il male minore perché la cultura delle Vita
è debole; è piuttosto la cultura della Vita che
è debole perché si predica il male minore.



Adesso prepariamoci a questa nuova “vittoria” del fronte pro vita.
Prepariamoci ad accogliere un testo di legge che molti hanno difeso
a spada tratta e che si presenta vulnerabile al fuoco di fila
giudiziario ben più di quel che è ed è stata
la Legge 40.

Le D.A.T. pongono infatti sullo stesso piano il consenso informato
ed il dissenso preventivo al trattamento medico: ed è questa
equiparazione che comporterà la demolizione per via
giudiziaria. In effetti, il diritto all’esercizio del
consenso informato, in quanto costituzionalmente garantito dagli
articoli 13 e 32 della Costituzione, trova quali unici limiti la
condizione di incapacità del soggetto o la sua
pericolosità per sé e par gli altri: non ricorrendo
queste condizioni, esso può essere manifestato in qualsiasi
forma, anche da soggetti terzi nell’interesse del paziente
incapace.

Ciò significa che tutte quelle cautele che circondano le
d.a.t tese ad evitare “altri casi Englaro” cadranno
come tessere di un domino, una dopo l’altra. Ad esempio, ben
sarà possibile che le D.A.T. di un malato di mente siano
scritte dal suo tutore; e nulla vieta che le D.A.T. di un bambino
siano scritte da un suo genitore; esattamente per la medesima
ragione per cui genitore o un tutore possono esprimere il consenso
al trattamento medico di un loro figlio o pupillo.

E qualcuno spieghi – di grazia – quali norme di questa
legge possono vietare un altro caso Welby: basta trovare un giudice
che ragioni come colei cha ha assolto Mario Riccio fondandosi
sull’interpretazione disinvolta dell’art. 32 ed
escludendo che sussistano i casi di cui agli articoli 579 e 580 del
Codice Penale. Le D.A.T. non impediscono assolutamente
l’utilizzo di grimaldelli come quello, anzi per certi versi
li consacrano e permettono.

E questi sono solo alcuni dei profili critici di questa legge: ma
non è questo il punto.



Il punto è che ormai, a detta di qacuni, non ci si
può e non ci si deve fermare: “la legge serve”, è stato
detto.

Qualcuno ha addirittura posto l’alternativa
D.A.T. o
eutanasia
”, come se le prime fossero migliori della
seconda. La domanda vera ed impietosa è: sarà
possibile o no togliere la vita a pazienti incoscienti? Ci saranno
medici pagati per farlo?

Quando inizieranno ad essere pubblicati i primi dati relativi alla
applicazione delle D.A.T., dovremo assistere al penoso spettacolo
di pro–life che saluteranno quei numeri di morte con gioia e
sollievo? O quei numeri, quelle vite, saranno messi sotto il
tappeto come i centoventiquattromila e passa esseri umani distrutti
dalla Legge 40 nel 2008?



E stato scritto da Ernest Hello nel 1913 “Ogni compromesso concluso con il male
somiglia non solo al suo trionfo parziale, ma al suo trionfo
completo, giacché il male non chiede sempre di cacciare il
bene, ma vuole il permesso di coabitare con lui. Un istinto segreto
lo avverte che chiedendo qualcosa, chiede tutto. Appena non lo si
odia più, esso si sente adorato
”.

Dal Pontefice al volontario CAV, chi affronta seriamente ed in
profondità il mistero tremendo della distruzione della vita
umana sa che quella forse la manifestazione più tangibile me
Male su questa Terra. Parlare di “male minore”
significa cooperare col Male, ed i frutti sono evidenti con
l’opera sterminatrice della Legge 40 e lo saranno –
c’è da starne certi – con quel che sarà
l’applicazione concreta delle
D.A.T.

Qualcuno tra qualche giorno – quando le D.A.T.
saranno legge – sentirà soddisfatto di aver portato a
casa un confortante successo; altri, tra i quali il sottoscritto,
avvertiranno l’inquieta amarezza di chi assiste ad un altro
passo sulla china verso la morte pagata dallo Stato.

Altri ancora, non sentiranno nulla. Più nulla.






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