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Categoria: News

Convegno di Federvita Piemonte – Il Reset della Ragione

Le élites occidentali hanno preso buona parte del controllo dell’informazione, della medicina, della politica, della scienza, dell’intrattenimento e dell’educazione, abbandonando la legge naturale e Dio, per portare avanti un’agenda antiumana. Come riconoscere i pericoli per la dignità dell’uomo? Come difendersi e dare giusta battaglia a questa nuova dittatura che ha voltato faccia al bene comune?

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Il provvedimento del Ministro della Salute sull’utilizzo della RU486: qualche riflessione

Eppure sta lì il male: la legge 194 non solo ha diffuso una cultura di morte che ha banalizzato l’aborto, ma contiene in sé – come ogni legge ingiusta – tutto il suo sviluppo negli anni, con il progressivo abbattimento dei paletti in essa contenuti: ha permesso, ad esempio, la legalizzazione delle pillole dei giorni dopo per non avere definito la “vita umana” che pure dichiara di voler tutelare; non ha posto ostacoli all’introduzione dell’aborto farmacologico; è scritta per rendere irrilevanti le problematiche di salute derivanti dalla gravidanza e per affidare all’autodeterminazione della donna la esecuzione dell’aborto; è scritta per rendere possibile l’aborto eugenetico e, perché no? anche la selezione dei bambini da uccidere sulla base del loro sesso, e così via.

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Evangelium vitae 25 anni dopo

Il 25 marzo 1995, san Giovanni Paolo II firmava l’enciclica Evangelium vitae, frutto di un articolato processo di elaborazione, che aveva attivamente coinvolto l’episcopato di tutto il mondo: infatti, nella Pentecoste del 1991, il Papa aveva scritto una lettera personale a ogni vescovo del mondo, al fine di avere la sua collaborazione nella redazione di uno specifico documento, auspicato dai cardinali nel Concistoro straordinario svoltosi a Roma dal 4 al 7 aprile 1991, dedicato al “problema delle minacce alla vita umana nel nostro tempo”: tale documento magisteriale avrebbe dovuto “riaffermare con l’autorità del Successore di Pietro il valore della vita umana e la sua inviolabilità, in riferimento alle attuali circostanze ed agli attentati che oggi la minacciano” (EV, 5).

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Intervista a Giacomo Rocchi sulla legge sulle DAT

Domande circa la legge 219 del 2017

Grazie Dott. Rocchi per essere qui con noi. Cominciamo col definire i termini della questione. Ci potrebbe spiegare, in breve, qual è il nucleo della legge sulle DAT? Cosa sono di preciso queste “Disposizioni Anticipate di Trattamento” e qual è la differenza tra tale dizione e quella di “Dichiarazioni Anticipate di Trattamento”?

La legge 219 del 2017 è intitolata “Norme in materia di consenso informato e di disposizioni anticipate di trattamento“: potrebbe sembrare, quindi, che si tratti di una legge che regoli i rapporti tra i pazienti e i medici, attribuendo ai primi un maggior “potere” nei confronti dei secondi. In realtà, il nucleo vero della legge è un altro: la possibilità di ottenere, tramite il rifiuto del consenso, la morte del soggetto.

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In ricordo di Eluana Englaro: l’ingiustizia dell’eutanasia per via giudiziaria

RELAZIONE AL CONVEGNO 18 MAGGIO 2019 UNIVERSITÀ LUMSA – ROMA
1. La lunga e complessa vicenda giudiziaria che ha condotto alla morte di Eluana Englaro a seguito dell’interruzione dell’idratazione e dell’alimentazione ha un’importanza epocale perché segna il passaggio da una concezione etica e giuridica che assegna primalità  alla vita umana a una concezione che ne erode il primato a favore di criteri non ultimamente chiari, ma orientati in sostanza ad attribuire rilievo al c.d. ‘best interest’ del soggetto disabile, individuato tramite una ricostruzione presuntiva dello stile di vita serbato dal malato prima dell’inabilitazione.

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Licenza di uccidere

RELAZIONE AL CONVEGNO 18 MAGGIO 2019 UNIVERSITÀ LUMSA – ROMA
1. Come abbiamo spesso sentito dai media, negli Stati Uniti, da molti anni, è in corso una battaglia politica e giudiziaria sulla pena di morte, prevista nella maggioranza degli Stati. La Corte Suprema degli Stati Uniti è più volte intervenuta non solo sulla conformità della pena capitale alla Costituzione americana, ma anche sui metodi da utilizzare per le esecuzioni, tenuto conto del divieto di infliggere “pene crudeli ed inusuali”.

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