
Una domanda all’esperto di pubblico interesse
Il coraggio e l’amore della signora A…..
DOMANDA:
Buon giorno , mi chiamo A…. C….. e sono malata di hiv,
mio marito oltre ad essere malato è diventato sterile… la
legge dice che possiamo in teoria accere al servizio di
fecondazione in vitro, in teoria perchè nella realtà se
vogliamo tale cosa la dobbiamo pagare e a caro prezzo… (stiamo
tutt’ora pagando 2 tentativi fatti tramite uno studio privato di
Milano) l’ospedale S.Paolo ci ha risposto che non si occupano + di
malati hiv e l’ospedale Sacco ci ha risposto che a pagamento la
cosa è possibile, ma tramite servizio sanitario no, possono
solo proporci un lavaggio del seme (mio marito è sotto terapia
quindi in questo momento risulta siero negativo..) che essendo
già debole di suo con il lavaggio sapete meglio di me cosa
succede… Vi chiedo gentilmente di informarmi se esistono
strutture alla quale possa rivolgermi, o cure che non ci hanno
ancora indicato. Grazie per l’attenzione
RISPOSTA:
Cara A…..,
per prima cosa vorrei dirle che sono molto colpito dal suo
messaggio. Nella sua storia c’è tanta sofferenza e
insieme tanto amore. Sofferenza, per la malattia, e per il
desiderio di diventare genitori che è frustrato dalla
realtà delle cose. E speranza, perché dalle sue parole si
capisce quanto bene lei e suo marito vi volete, e quanto questo
amore guidi la vostra vita dentro la fatica di ogni giorno. Vorrei
innanzitutto ringraziarvi, perché questa è una
testimonianza che ci spinge a riflettere e a migliorare.
Penso che le cose più belle si costruiscano sempre
sull’amore autentico. E quindi anche la soluzione al vostro
problema deve fare i conti con questa realtà inscritta nella
natura umana: il bene, il bello e il vero sono sempre strettamente
collegati fra loro. Non si può inseguire una realtà
bellissima come la maternità, se per raggiungerla si devono
compiere atti che tradiscono la verità e il bene della persona
umana.
Purtroppo, le tecniche di fecondazione artificiale extracorporea,
anche nelle forme consentite dalla legge italiana, non rispettano
la verità e il bene dell’uomo. E questo per almeno
quattro motivi fondamentali:
a. non sono l’uomo e la donna a
concepire il figlio, ma è il tecnico di laboratorio che compie
gli atti tecnici per generare il figlio o i figli in provetta; un
estraneo vi sostituirebbe nell’atto più insostituibile
che si possa immaginare, l’abbraccio d’amore;
b. gli embrioni umani prodotti in questo
modo si trovano in un luogo che non è per loro naturale: fuori
dal corpo della madre. E sono destinati in numero enorme a morte
certa: sul piano statistico, circa 90-95 embrioni su 100 impiantati
nel corpo della donna non sopravvivono. L’artificialità
del concepimento e il successivo trasferimento nel corpo della
donna rendono altamente improbabile lo sviluppo della gravidanza, e
quindi si verificano quasi sempre aborti precocissimi; aborti che
– differenza di quelli “spontanei” – pesano sulle
coscienze di chi usa queste tecniche sapendo e accettando di
sacrificare così tante vite innocenti;
c. nelle tecniche di fecondazione
artificiale c’è, intrinseca, un’idea di dominio
dell’uomo sull’uomo. Questo non dipende dalla cattiva
intenzione della copia – che spesso è invece molto bene
intenzionata, come voi – ma è un fatto intrinseco alla
“produzione” dell’uomo. E’ infatti
frequente che, dopo aver prodotto gli embrioni necessari, si voglia
verificare la loro condizione di salute, per procedere alla
eliminazione dei difettosi e degli interessati. Capisce quello che
sto dicendo: si decide a tavolino che un proprio figlio può
nascere e l’altro deve morire.
d. le percentuali di successo per le coppie
sono molto modeste (inferiori al 20%), le implicazioni per la
salute della donna tutt’altro che marginali
(l’iperstimolazione ovarica presenta rischi seri) e non
è infrequente per noi incontrare coppie e donne
psicologicamente devastate dalla frustrazione di numerosi tentativi
infruttuosi di fecondazione artificiale.
Dopo molti anni di studio e di riflessione su queste tecniche, io e
il Comitato che rappresento ci siamo ulteriormente convinti della
inumanità e della profonda ingiustizia della fecondazione
artificiale extracorporea. Quindi non possiamo che dissuadere ogni
persona dal percorrere questa strada senza ritorno. Siamo
consapevoli della sofferenza che deriva dalla impossibilità di
avere un figlio, aggravata talora da ulteriori circostanze come nel
suo caso. Ma una cosa possiamo dirle: la fecondazione artificiale
è la risposta sbagliata a una domanda giusta.
So anche che oggi dire “no” a queste tecniche è
diventato particolarmente difficile, perché intorno alla
coppia molte voci spingono verso la provetta: i parenti, gli amici,
i medici, talvolta perfino qualche sacerdote con le idee
confuse.
Ma io sono convinto che la nostra libertà è più
forte del conformismo e degli interessi economici che si agitano
intorno al mercato della provetta. Non pensate: “ma noi non
ce la faremo”. Sono proprio persone come voi – piegate
dalla malattia e dalla sofferenza, ma non sconfitte, non
sopraffatte dagli eventi – che possono meglio di altri
difendere la propria dignità, rifiutando di produrre figli
come fossero cose, oggetti del desiderio.
Questo é il nostro modo di dirvi che vi vogliamo bene e che vi
siamo vicini – essendo molti di noi credenti cattolici
– anche nella preghiera. Gesù ha detto: “Ogni cosa
che farete a questi miei fratelli più piccoli l’avete
fatta a me”. Gli embrioni d’uomo sono un esempio
eloquente di questi “fratelli più piccoli”, e
nessuno che li ami veramente vuole per loro una produzione in
provetta e una morte quasi sicura.
Coraggio, non rattristatevi.
Con grande stima e amicizia
Mario Palmaro
Presidente del Comitato Verità e Vita
Docente universitario
REPLICA ALLA
RISPOSTA
Caro Dott. Palmaro,
non ho parole per ringraziarla della sua dolcezza, in
pochi casi si può dire di essere stati capiti veramente come
ha fatto lei…
leggere la sua email mi ha fatto bene al cuore, non mi ha fatto
sentire sola e le garantisco che in questa circostanza è
tutto…. e tutto sommato è la sola ricchezza alla quale
miro.
Un grazie di cuore e mi permetto di mandarle un abbraccio (non
è mancanza di rispetto la mia è solo affetto)
A…. C…..
______
sono nascosti per tutelare l’identità della persona che ci ha
contattati.
Questo editoriale come altri in passato evidenziano alcuni temi
chiave che vengono trattati nella sezione del sito “L’Esperto Risponde“