
La verita’ contro le menzogne dei nemici della vita: l’uccisione di un bambino non salva mai la vita della sua madre.
Comunicato Stampa N. 136
Il Comitato Verità e Vita sostiene la
“Dichiarazione di Dublino” sull’aborto volontario.
La battaglia contro la vita umana che ha portato, negli scorsi
decenni, alla legalizzazione dell’aborto volontario e delle
tecniche di fecondazione extracorporea e che spinge verso la
legalizzazione dell’eutanasia in tutto il mondo, si è sempre
fondata su menzogne, falsità e calunnie: la più
grande fra queste è la cancellazione del bambino non ancora
nato dalla scena, la negazione della sua natura di essere umano
vivo e felice, in modo da presentare l’aborto come un “diritto
umano fondamentale” della donna, cui si opporrebbero solo pochi
invasati e fanatici religiosi.
I residui punti di resistenza alla diffusione di questo massacro in
tutto il mondo sono ferocemente attaccati: mentre in Italia –
dove, ormai, la libertà di aborto è totale –
l’attacco si rivolge, sempre con gli stessi metodi, nei confronti
dei medici obbiettori di coscienza, nel resto del mondo gli Stati
che rivendicano il loro diritto a restare nazioni civili,
rispettose dei diritti umani, vengono aggrediti con ogni mezzo e,
soprattutto, con le menzogne.
E’ successo pochi giorni orsono nei confronti dell’Irlanda –
che, orgogliosamente, ha posto il divieto di aborto volontario
della sua Costituzione – con la strumentalizzazione di una
triste vicenda (una donna in stato di gravidanza che, dapprima ha
perso il bambino e poi, alcuni giorni dopo, è morta di
setticemia) che è stata trasformata in una falsa
verità che – ovviamente – i media di tutto il
mondo hanno immediatamente abbracciato: che cioè il mancato
aborto sia stata la causa della morte della donna. Non è
mancata, ovviamente, la sottolineatura che i medici avevano
rifiutato l’aborto per motivi religiosi.
Pochi mesi orsono analoga strumentalizzazione era avvenuta nei
confronti della morte di una ragazza della Repubblica Dominicana,
quella Repubblica che recita, nella propria Costituzione: “il
diritto alla vita è inviolabile dal momento del concepimento
fino alla morte naturale”: anche in quel caso si è fatto
credere che il mancato aborto ne avesse provocato la morte.
Ecco perché il Comitato Verità e Vita ha il dovere e
l’onore di sostenere e diffondere la Dichiarazione di Dublino,
redatta poco tempo fa dal Committee for Excellence in Maternal
Healthcare. La dichiarazione afferma:
“Come esperti medici e ricercatori in ostetricia e
ginecologia, affermiamo che l’aborto diretto – la
distruzione intenzionale del nascituro bambino – non è
medicalmente necessario per salvare la vita di una donna.
Noi sosteniamo che esiste una differenza fondamentale tra
l’aborto e i necessari trattamenti medici che vengono
effettuati per salvare la vita della madre, anche qualora
tali trattamenti abbiano come risultato la perdita della vita
del bambino non ancora nato.
Confermiamo che il divieto di aborto non influisce in alcun
modo sulle disponibilità di cura delle donne in
gravidanza.”
Poche parole per ribadire che l’aborto è l’uccisione
volontaria di un essere umano e che esso non è mai
necessario per salvare la vita della madre.
Invitiamo tutti a diffondere e sostenere questa Dichiarazione,
anche mediante l’invio di una e-mail a
info@symposiummaternalhealth.com
(PS: First, please take a moment and visit
www.dublindeclaration.com to sign the Declaration. – Dott.
Winkelmann)