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IL PRESERVATIVO CHE NON PRESERVA –

2009-03-23

ANZI CHE UCCIDE

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     Siamo alle solite.

     Appena il Papa apre bocca, si scatena il
putiferio. Anche quando dice cose ovvie e semplicissime, come il
fatto che il preservativo non serve ad evitare il diffondersi
dell’aids.

     Naturalmente, c’è chi si è
affrettato a dire che il Papa stava solo esponendo, come è
logico, la dottrina morale cattolica. Ma Egli parlava soprattutto
in difesa della vita di milioni di bambini e adulti.

     Per dirla con le  parole nude e crude della
scienza, uno studio neanche troppo recente (1990) della “JOHN
HOPKINS UNIVERSITY”, («Population Reports», vol.
XVIII, n. 3, serie H, n. 8), il contatto diretto con sperma infetto
è la causa principale della trasmissione per via sessuale
del virus dell’Aids. In una eiaculazione vengono emessi circa
3,5 millilitri di sperma, e il liquido seminale di un uomo
sieropositivo contiene più o meno 100.000 particelle di
virus per microlitro (0,001 millilitri). Una caratteristica dei
virus è proprio la loro dimensione incredibilmente ridotta.
Al microscopio elettronico si è potuto costatare che il
virus Hiv è una pallina del diametro di appena 100 nm
(nanometri), cioè 0,1 micron (1 micron = 0,001 mm e 1
nanometro è un miliardesimo di metro). Ciò significa
che il diametro della parte più grossa dello spermatozoo, la
testa, che è di 3 micron, è trenta volte più
grande del virus dell’Hiv. E’ come dire che, se lo
spermatozoo ce la fa a oltrepassare la parete del preservativo, il
transito è trenta volte più comodo per il
virus. 

     I vari test eseguiti dall’industria della
gomma (test di permeabilità sotto pressione, test elettrico,
ecc.) dimostrano chiaramente che “Sulla superficie del
preservativo la struttura onginale appare al microscopio come un
insieme di crateri e pori. I crateri hanno un diametro di circa 15
micron e sono profondi 30 micron. Più importante per la
trasmissione dei virus è la scoperta di canali del
diametro medio di 5 micron, che trapassano la parete da parte a
parte. Ciò significa un collegamento diretto tra
l’interno e l’esterno del preservativo attraverso un
condotto grande 50 volte il virus” (C.M. ROLAND, The
Barrier Performance of Latex Rubber
, in «Rubber
World», giugno 1993, p. 15).

     Ed è noto che il preservativo non
è una barriera assoluta contro il concepimento, nonostante
che per il concepimento siano necessari milioni di spermatozoi,
mentre per l’infezione bastano pochi virus!

     L’illusione che fa aumentare il rischio e
che uccide!

     “Soprattutto per i giovani, che non pare
si preoccupino tanto di che cosa ci sia di vero in questa
millantata sicurezza, un simile consiglio può essere
piuttosto uno stimolo a «provarci» ogni tanto, proprio
perché istigati da questa propaganda del
preservativo. 

     Ma uno già positivo Hiv, pur non volendo
nuocere ad altri, può essere invogliato a rapporti
nell’illusione della barriera.

      Un’infezione da Hiv è tuttora una
malattia mortale, ma a chi mette in giro questa pubblicità
col finanziamento, in questo caso, dai vari ministeri della
sanità non pare che importi molto di avere cadaveri sulla
coscienza…di sicurezza, il preservativo, ne offre tanta
quanta il tamburo di un revolver nella roulette russa”
(Joannes P.M. Lelkens, Aids: il preservativo non preserva,
1994).

     Cosa c’è quindi dietro a tutto
questo?

     Enormi interessi economici e l’ideologia
antivita.
 

     Giuseppe Garrone

     Elena Baldini 

     Comitato Verità e Vita





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