
Il Papa e i preservativi
Il ‘Daily Telegraph’ ha avuto il coraggio di
scrivere che, sul tema dei preservativi in Africa, il Papa aveva
ragione.
Il ‘Daily Telegraph’
ha avuto il coraggio di scrivere che, sul tema dei preservativi in
Africa, il Papa aveva
ragione. Finora le campagne di prevenzione dell’AIDS
sono state basate esclusivamente sull’uso del preservativo, dando
per scontato l’obbligo di non esercitare alcuna interferenza sul
comportamento delle persone. Il cosiddetto “progresso” della
rivoluzione sessuale non si doveva mettere in discussione; neppure
in Africa, dove è evidente, se si leggono con onestà i dati
dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sulla diffusione
dell’AIDS – che la
massiccia distribuzione di preservativi non è servita ad
arginare l’epidemia. Persino la rivista “Science” ha riconosciuto nel 2004
che l’unico paese africano in cui c’è stata una
sensibile diminuzione del contagio da IHV lo deve alla coraggiosa
campagna di promozione dell’astinenza fra i giovani e della
fedeltà coniugale, promossa dal presidente, cristiano,
Museveni. Ma in molti Paesi occidentali non si vuole
riconoscere la verità delle parole di Benedetto XVI sia per
motivi economici – i preservativi costano e ci guadagnano le
industrie farmaceutiche mentre l’astinenza e la fedeltà sono
ovviamente gratuite – sia perché temono che dare ragione
alla Chiesa su un punto centrale del comportamento sessuale possa
significare un passo indietro in quella impostazione del sesso come
puramente edonistico e ricreativo che è considerata
un’irrinunciabile “conquista” dei tempi moderni.
Riconoscendo la scarsa efficacia del preservativo per prevenire
l’AIDS – non oltre il 70%, e chi prenderebbe un aereo
che ha il 30% di possibilità di cadere? e sarebbe
minimamente etico promuoverlo come “sicuro”? – si
rischia di mettere a nudo la cattiva coscienza dei disinvolti
maestri della morale del libertinaggio – la libertà è
tutt’altro – e persino di far cadere il velo dagli occhi di
tanta gente che considera l’uso degli anticoncezionali
perfettamente accettabile e giusto. È proprio perché
toccano queste menzogne ideologiche, questi “tabù” della
cultura laica, che le parole del Papa sono state tanto
nevroticamente criticate, quasi esorcizzate. Ma Benedetto XVI, che
lo sapeva benissimo è rimasto fedele alla sua missione,
quella di dire la verità.