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Analisi e Commento al progetto di legge sulle DAT approvato alla Camera il 20-4-2017

Analisi e Commento al progetto di legge sulle DAT approvato alla Camera il 20-4-2017

La Camera dei Deputati ha approvato il disegno di legge sul consenso informato e le Disposizioni Anticipate di Trattamento. Il testo approvato viene analizzato dimostrandone l’ispirazione espressamente eutanasica ed evidenziando i reali obiettivi della normativa: favorire l’uccisione non consensuale di soggetti deboli ed “inutili” a prescindere dalla loro effettiva volontà di rifiutare le terapie necessarie od utili (Par. 1).

Tutta la regolamentazione è diretta a favorire scelte non consapevoli né libere degli interessati e, soprattutto, decisioni prese da terze persone: fondamentale, pertanto, è l’art. 3 del progetto che attribuisce a tutori, amministratori di sostegno e genitori di minori ogni decisione sul loro trattamento sanitario, attribuendo loro anche il potere di vietare od interrompere terapie salvavita o di disporre l’interruzione di nutrizione e idratazione, come avvenne per Eluana Englaro (par. 2).

Le Disposizioni Anticipate di Trattamento, poi, sono la negazione di un consenso libero ed informato del soggetto sulle questioni relative alla propria salute, perché permettono di disporre per un futuro incerto e lontano da parte di colui che si trova in condizioni del tutto differenti da quelle rappresentate: eppure esse sono state previste come vincolanti e non soltanto orientative per i medici (par. 5).

L’analisi della disciplina del consenso informato ai trattamenti sanitari da parte del soggetto maggiorenne dimostra che il legislatore non ha alcun interesse ad una manifestazione di volontà moralmente libera e davvero consapevole, favorendo la forma scritta e la delega ad altre persone: la disciplina metterà in difficoltà tante persone in stato di debolezza, indotte a chiedersi se davvero vale la pena farsi curare. Lo Stato non esprime più vicinanza e solidarietà ai soggetti fragili, ma indica loro la via della morte per mancanza di cure (parr. 4 e 6).

Tutto il disegno è ispirato all’obiettivo di permettere la morte procurata di quante più persone possibili: il legislatore esprime palese disinteresse verso l’erogazioni delle terapie migliori per i pazienti; cosicché, mentre i rifiuti delle terapie anche salvavita sono sempre vincolanti per i medici, le indicazioni dirette ad ottenere terapie migliori o prolungate non li obbligano mai.

La figura del medico esce stravolta da questa legge: il medico – come nella legge sull’aborto – è colui che esegue i voleri del paziente e non agisce se non è sicuro del foglio scritto con il consenso; per di più, i medici volenterosi saranno esposti ad azioni giudiziarie e a pressioni da parte delle Direzioni Sanitarie (Par. 7).

Soprattutto, il “buon” medico disegnato da questa legge deve essere pronto ad uccidere il paziente.

Lo stravolgimento della verità e la negazione della realtà naturale, che conducono a presentare l’uccisione del paziente come atto terapeutico non possono che portare ad una negazione di ogni obiezione di coscienza: la norma che dovrebbe garantirla non solo riguarda solo i medici, ma non li tutela affatto, addirittura costringendoli a partecipare alle procedure eutanasiche; gravissima poi è l’espressa previsione dell’obbligatorietà per tutte le strutture sanitarie, anche private, di attuare i principi stabiliti dalla legge: tutti gli ospedali dovranno garantire la morte per eutanasia! (Par. 7.2)

Lo Stato che nega il diritto alla vita non può che avviarsi verso la strada del totalitarismo. 

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