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Cosa vuol dire proporre una moratoria affinché l’aborto non venga imposto?

2009-07-17

Disappunto per un’iniziativa che confonde le coscienze

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UDC

c.a. Onorevole Buttiglione



Egregio onorevole Buttiglione,

Si apprende la notizia di una mozione da lei avanzata per una
moratoria contro l’imposizione dell’aborto.

Da convinti difensori della vita innocente dovremmo essere contenti
eppure la notizia, sinceramente, ci rende ancora più
preoccupati.

Cosa vuol dire proporre una moratoria affinché l’aborto non
venga imposto?

E’ come proporre una moratoria per sostenere che una donna non
può essere costretta a subire uno stupro oppure che un
cittadino non può essere obbligato a farsi rapinare!!

O l’aborto è un crimine oppure non lo è; proporre la
via intermedia (mezzo crimine, mezzo diritto) sembra un elegante e
sofisticato gioco fatto tanto per passare il tempo.

Lei ha dichiarato che “nulla di quello che c’e’ nella mia mozione
va contro la legge 194. Diciamo no all’aborto obbligatorio,
all’aborto sotto ricatto, all’aborto selettivo, alla selezione
genetica e, infine, all’aborto come strumento
anticoncezionale”.

Vorrei rammentarle, caro onorevole, che i cinque milioni di morti
dal 1978 ad oggi (solo in Italia) non sono il prodotto di aborti
forzati ma la conseguenza di una legge che ha legittimato la
tortura e l’omicidio di esseri innocenti. La 194 inoltre avendo
come cardine il principio di autodeterminazione della donna,
implica necessariamente la selezione eugenetica e l’aborto come
strumento di controllo delle nascite (sono frequenti infatti gli
aborti multipli).

Riteniamo che questa iniziativa non solo non produrrà
risultati ma sortirà l’effetto di legittimare ulteriormente
nell’opinione pubblica il concetto di aborto come diritto
dell’uomo (e Dio solo sa quanto di ciò non ve ne sia
bisogno).



Il nostro compito è quello di lottare affinché si
squarci il velo della menzogna non quello di “mischiare le
carte”, confondendo le coscienze.



Il coraggio della verità tutta intera è una strada
è molto più ardua e apparentemente meno vantaggiosa
rispetto a quella da lei intrapresa ma è l’unica
percorribile, se si vuole realmente giungere a modificare le
cose.



La legge 194:

-ha reso l’aborto obbligatorio perché
essendo legale, libero e gratuito si pone come irrinunciabile
“scelta di libertà”;

-ha reso l’aborto uno strumento di ricatto,
perché ha frapposto il vuoto tra la donna ed il suo nucleo
familiare, tra la donna e la società;

-ha reso l’aborto selettivo perché implica per
la donna la possibilità di decidere la vita o la morte del
proprio bambino sulla base di insindacabili motivazioni
soggettive;

-ha reso l’aborto eugenetico perché discrimina
tra individui malati (o presunti tali) e individui sani, tra figli
“voluti” e figli “non voluti”, tra vite
“utili” e vite “inutili”;

-ha reso l’aborto uno strumento per il controllo delle
nascite
perché la vita non è più un dono,
un bene da custodire e conservare ma una possibilità da
cogliere o da scartare secondo le contingenze del
momento.


Cordialmente



Dott. Alfredo De Matteo



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