
La Campania è sensibile al seppellimento dei bambini non nati

2009-06-30
Tratto dal sito de La Quercia Millenaria
Il giorno 1° Novembre scorso il cappellano del Camposanto di Scafati Don Antonio Federico, parroco della Chiesa Santa Maria delle Grazie, ha benedetto una lapide in memoria dei bambini non nati.
Presenti il Sindaco Dott. Pasquale Aliberti, medico, che ha dato piena disponibilità all’evento, alcuni assessori e numerosi fedeli.
La funzione si è conclusa con la distribuzione di immagini concesse dal Carmelo Santa Maria della Vita di Sogliano al Rubicone (FC) rappresentanti la Madonna con il Bambino e recanti sul retro la preghiera di Giovanni Paolo II letta all’unisono da tutte le persone presenti.
Portare all’attenzione la degna sepoltura dei resti mortali dei più piccoli tra i più piccoli costituisce un doveroso atto civile e sociale, ancor prima che religioso.
Ogni embrione umano è una realtà unica ed irripetibile, dotato di una dignità che è intrinseca e non diminuisce per l’insorgere di patologie né cancellata da arbitrarie negazioni della sua stessa esistenza.
Ogni bambino, sia esso allo stato embrionale che fetale, in quanto tempio di questa dignità merita un’adeguata e pietosa sepoltura.
La realtà dell’aborto, sia spontaneo che volontario, tocca la gran parte delle famiglie. Il Ministero della Salute italiano dichiara di erogare somme per circa 500 “prestazioni” al giorno solo per le cosiddette “I.V.G.”, da addizionare, poi, anche gli aborti chimici.
Questa piaga sfocia poi in una voragine che è la cosiddetta sindrome post – aborto già riportata in Psichiatria e Psicologia, dovuta al fatto che la realtà esistenziale del concepito non è graduabile a seconda degli stadi di sviluppo corporeo, ma segue la legge del tutto o nulla.
Anche per una madre che ha deciso di abortire (anche perché lasciata sola nel momento di massima difficoltà) avere un posto dove depositare un fiore, recitare una preghiera, può essere di aiuto per l’elaborazione del proprio lutto. Una madre percepisce che il proprio figlio continua ad esistere. Quel dialogo (cross-talk) materno-embrionale così precocemente iniziato fin dal primo momento del concepimento, come la moderna Embriologia dello Sviluppo dimostra, continua, perché l’essere umano è in relazione e lo è per sempre. Una madre sarà allora capace di riconciliarsi con se stessa quando scoprirà che suo figlio, il suo bambino, ha un nome e l’ha già perdonata: quanto apostolato per la vita mostra il volto umano di Dio. Un posto dove pregare, dunque, anche per chi si rende conto che la tecnica della fecondazione extracorporea produce una vera “strage degli innocenti”, perché per ogni bambino che nasce ce ne sono almeno 20 che muoiono: quanto sarebbe di conforto un’accoglienza spirituale di questi concepiti e di tutti quelli immolati all’altare di una ricerca scientifica senza scrupoli.
Il documento per la Congregazione per la Dottrina della Fede “Il rispetto della vita umana nascente e la dignità della procreazione” conosciuto anche come Donum vitae, al n° 4 della prima parte recita: “I cadaveri di embrioni o feti umani, volontariamente abortiti o non, devono essere rispettati come le spoglie degli altri esseri umani”. E poi prosegue: “Anche nel caso di feti morti come per i cadaveri di persone adulte, ogni pratica commerciale, deve essere ritenuta illecita e deve essere proibita”. Quest’ultimo punto sembra trovare risposta nell’iniziativa di un Forum di associazioni ( una cinquantina) che in Messico, con l’appoggio dell’Arcidiocesi hanno inaugurato il “Santuario delle vittime dell’aborto”.
In un comunicato stampa riportato dall’Agenzia Fides il 10 settembre 2008 si legge: “sono internazionalmente conosciuti i grandi interessi dei laboratori e delle compagnie farmaceutiche che pagano forti somme di denaro per questi resti, utilizzati tanto per la ricerca come per la fabbricazione di medicine ed articoli clinici. Soltanto la mancanza di controllo e di una regolamentazione chiara danno adito al traffico di embrioni”.
Accendere i riflettori sui diritti del concepito ha il suo riscontro anche sulle questioni “finis vitae”, perché facce di una stessa medaglia.
Ma, tornando all’iniziativa scafatese, da dove nasce?
Innanzitutto devo dire che da anni presso la Chiesa Santa Maria delle Vergini, da me frequentata, il parroco Don Giovanni De Riggi ha sempre dato grande importanza alla giornata per la vita (prima domenica di febbraio) con convegni e dibattiti ai quali hanno partecipato relatori, esperti in Bioetica, conosciuti in Italia e all’estero. Il “Vangelo della vita” attraverso catechesi, percorsi di formazione al matrimonio e alla cresima, incontri con i giovani e famiglie, preghiere e celebrazioni, scandisce un itinerario che è in continua crescita.
Il giorno 25 di ogni mese, giorno dell’Annunciazione ovvero dell’Incarnazione del Verbo, viene celebrata una Eucaristia affinché “Ogni concepito possa vedere la luce e dare gloria al nome di Dio Padre”.
Nel mese di agosto di quest’anno il nostro parroco ha guidato un pellegrinaggio a Lourdes, con noi c’era anche il Sindaco e la sua famiglia.
Quale luogo migliore per strappargli promesse per la difesa della vita?
Devo dire che non è stato affatto difficile e lo ha dimostrato, affidando dapprima al Direttore del Cimitero Dott. Pio Cioffi una cura particolare della zona già predisposta e poi ad un artista di Scafati, Luigi Pagano, il progetto e l’esecuzione della lapide. Vi si possono leggere due frasi, l’una tratta dal Salmo 139 “Ancora informe mi hanno visto i tuoi occhi e tutto era scritto nel tuo libro…” e l’altra del Tertulliano “E’ già uomo colui che lo sarà”.
Scafati, 7 Novembre 2008
“Principio, soggetto e fine di tutte
le istituzioni sociali è e deve essere
la persona umana”
(Gaudium et Spes)
Adelaide Grimaldi
Biologa
Comitato Verità e Vita