
Un nuovo libro sulle dat: a futura memoria
Comunicato Stampa 213
Sabato 18 maggio a Roma (LUMSA, Via della Traspontina, ore 10), in occasione del Convegno organizzato dal Centro Studi Rosario Livatino e dal Comitato Verità e Vita, verrà presentato il libro di Giacomo Rocchi, Licenza di uccidere. La legalizzazione dell’eutanasia in Italia, ESD.A dieci anni dall’uccisione di Eluana Englaro, il Parlamento ha approvato la legge 219 del 2017 sul consenso informato e sulle Disposizioni anticipate di trattamento: una lunga battaglia parlamentare iniziata da alcuni decenni, ma resa concretamente possibile dal “via libera” del vertice della Conferenza Episcopale Italiana, che sollecitò a varare una “legge sul fine vita” e che, negli anni successivi, continuò a sostenere la necessità dell’approvazione della legge.Da parte sua, il Comitato Verità e Vita – che ha fortemente voluto questo libro – si era sempre opposto all’approvazione di qualsiasi legge, presentando il Manifesto – Appello “Contro la legge sul testamento biologico. Contro ogni eutanasia” e accompagnando con riflessioni e denunce il lavoro parlamentare. Una posizione coerente con la denuncia per omicidio volontario presentata per l’uccisione di Eluana Englaro: si sosteneva che la legge avrebbe costituito un ulteriore passo nella direzione della cultura della morte e avrebbe aperto la strada all’eutanasia legalizzata.Ora che la legge è stata approvata non sorprende scoprire che riguarda ciascuno di noi: ma non, come ci hanno fatto credere, per farci decidere come e quando morire senza dolore, ma per permettere l’uccisione di disabili, anziani, neonati, malati gravi senza il loro consenso e contro la loro volontà; una legge costruita sulla “cultura dello scarto”, che considera certe “categorie” di uomini inutili, costosi, da eliminare.Questo libro dice tutta la verità sul contenuto della legge e su quello che avverrà: mentre guardiamo sgomenti a Charlie Gard, ad Alfie Evans, a Vincent Lambert e a molti altri, la nostra Corte Costituzionale, facendo leva sul testo della legge 219, suggerisce espressamente che il medico possa somministrare al paziente “un farmaco atto a provocare rapidamente la morte”!Sarà di nuovo possibile un altro “caso Englaro”? Cosa sarebbe successo ad Alfie Evans con questa legge? Il processo per il suicidio di DJ Fabo renderà i medici degli “assassini per legge”? E soprattutto: il Parlamento, concedendo una “licenza di uccidere” in certi casi, non avrà mica pensato a ciascuno di noi, diventati vecchi e malati? Come ci difenderemo? Chi ci aiuterà?Forse è meglio iniziare ad informarsi.