
E’ urgente una moratoria assoluta nella produzione di embrioni soprannumerari
Comunicato Stampa N. 13
Il dibattito di queste settimane sul destino degli esseri umani-embrioni conservati sotto azoto liquido dimentica di ricordare un fatto fondamentale: che questa aberrazione è il prodotto pressoché inevitabile delle tecniche di fecondazione artificiale extracorporea. Il Corriere della sera di giovedì 31 agosto pubblica un interessante articolo di Lucetta Scaraffia sul dibattito interno al mondo cattolico a proposito della adottabilità degli embrioni.
L’analisi della Scaraffia richiede tuttavia alcune precisazioni:
1. Gli embrioni conservati sotto azoto liquido esistono perché da anni, in Italia e nel mondo, si applicano tecniche di fecondazione artificiale extracorporea agli esseri umani. Se non ci fosse la Fivet, non ci sarebbe nemmeno questo rovello etico.
2. Le tecniche di fecondazione artificiale – siano esse omologhe o eterologhe – sono inaccettabili per molte ragioni fra le quali, non ultima, il fatto che si producono esseri umani allo stato embrionale fuori dal corpo della donna. Ogni volta che un bioeticista tace questa verità, priva il dibattito in corso di un fondamentale giudizio di valore, e alimenta la credenza, erronea, che vi sia un “modo buono” di fare fecondazione artificiale extracorporea.
3. Molti pensano – e anche Lucetta Scaraffia lo scrive – che grazie alla legge 40 del 2004 quello degli embrioni in eccesso e congelati sia un “problema a termine”, cioè che grazie a questa normativa nel giro di qualche anno non avremo più embrioni soprannumerari. Purtroppo questo non risponde a verità. Certamente, la legge 40 vieta la crioconservazione come pratica abituale e quindi ha un effetto di “riduzione del danno” rispetto alla prassi deteriore di congelare grandi quantità di esseri umani-embrioni. Ma la legge stessa consente di ricorrere al congelamento in tutte quelle occasioni in cui l’impianto degli embrioni – che a norma di legge sono, lo ricordiamo, prodotti fuori dal corpo della donna – non sia possibile per svariate ragioni, dal rifiuto della donna, all’esistenza di problemi di salute, e così via. Quindi, finchè ci sarà fivet, anche attuata a norma della legge 40, vi saranno embrioni congelati.
4. Mettendo per un momento fra parentesi il giudizio sulla sua accettabilità morale, rimane il fatto che ogni ipotesi di adottabilità deve prima fare i conti con una pregiudiziale dalla quale non si può prescindere: la totale e assoluta moratoria nella produzione di embrioni in soprannumero, prima di procedere anche a una sola adozione.
5. In caso contrario, l’adozione di embrioni si trasformerebbe in una forma di incoraggiamento alla produzione stessa di soprannumerari, e i fautori dell’adozione stessa entrerebbero loro malgrado nella catena di montaggio della produzione di esseri umani-embrioni.
6. Se così stanno le cose, non si può che concludere che dell’adozione – semmai – si potrà discutere in termini etico-giuridici solo il giorno in cui gli uomini avranno deciso di abbandonare comnpletamente il prometeico disegno di produrre la persona umana in laboratorio. E, purtroppo, non ci pare che quel giorno sia a noi molto vicino.
Per il Comitato Verità e Vita
Mario Palmaro – Presidente
Livio Lucà Trombetta – Vice-Presidente
Marisa Orecchia – Vice-Presidente