
Un manifesto appello contro l’eutanasia
Come mai questo legislatore è così premuroso,
soprattutto nei confronti di coloro che sono “nella fase terminale
dell’esistenza”
“Disposizioni in materia di
alleanza terapeutica, di consenso informato e di dichiarazioni
anticipate di trattamento“
Questo è il titolo del progetto di legge Calabrò
approvato al Senato della Repubblica e in discussione alla
Camera.
Tutto bene?
Pare di sì: vogliono “allearsi” con noi, richiedono il
nostro “consenso informato” e sono disposti a dare valore
addirittura alle nostre “dichiarazioni anticipate di trattamento”
… Che vogliamo di più?
Non solo: i parlamentari ci rassicurano subito:
“La presente legge, tenendo conto
dei principi di cui agli articoli 2, 13 e 32 della Costituzione:
riconosce e tutela la vita umana, quale diritto inviolabile ed
indisponibile, garantito anche nella fase terminale
dell’esistenza e nell’ipotesi in cui la persona non sia
più in grado di intendere e di volere, fino alla morte
accertata nei modi di legge“
Possiamo stare tranquilli, allora; la nostra vita è
garantita, nessuno può violarla …
Un primo dubbio … ma questo non c’era già scritto
nell’articolo 575 codice penale sull’omicidio volontario?
Come mai questo legislatore
è così premuroso, soprattutto nei confronti di coloro
che sono “nella fase terminale dell’esistenza” oppure che non sono
“più in grado di intendere e di volere”?
Non sarà mica la stessa
premura avuta nel 1978 rispetto ai bambini non ancora nati, quando
il Parlamento affermava di tutelare “la vita umana dal suo
inizio”?
Leggete – e aderite! – al
Manifesto Appello: ne vedrete delle belle!
Giacomo Rocchi