
Lettera ai Deputati e Senatori del Parlamento Italiano
Testo per richiamare la coscienza di fronte alle DAT
Agli On.li Deputati e Senatori
del Parlamento Italiano
venuti a conoscenza del fatto che fra pochi giorni la Camera dei
Deputati sarà impegnata
nell’esame di un testo unificato elaborato dal Comitato
Ristretto dei Progetti in materia di Consenso
Informato e di Dichiarazioni Anticipate nei Trattamenti Sanitari,
ritenendo l’argomento in esame molto
importante per il futuro della nostra Comunità Nazionale e non
solo abbiamo deciso di fare un appello a
tutti Voi Parlamentari perché almeno in questa occasione vi
lasciate guidare dalla vostra coscienza retta
ed illuminata e dalla ragione e non dagli ordini del partito o da
altri interessi particolari.
Anche se non sembra la posta in gioco è molto alta: tutta la
cultura solidaristica costruita nei
secoli con tanto impegno e sacrifici rischia di essere immolata
sull’altare dell’individualismo più
esasperato e dell’utilitarismo . La dignità inerente a
tutti i membri della famiglia umana, sul cui rispetto
si fonda la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo
rischia di essere totalmente calpestata
rendendo la vita umana non più indisponibile. Sotto il velo di
una presunta pietà e di una morte dignitosa
si cela il progetto di poter decidere il momento della morte di una
persona, finora ignoto a tutti tranne i
casi in cui qualcuno decideva di porre fine violentemente alla vita
di un’altra persona (omicidio) o di se
stesso (suicidio).
Abbiamo, perciò, chiesto ad un nostro membro del Consiglio
Direttivo, Consigliere della Corte di
Cassazione, di fare un’analisi ed un commento al testo
unificato per aiutarci ad entrare nelle pieghe di
questo testo e vedere con chiarezza quello che prevede e quello che
una sua eventuale approvazione può
produrre nella nostra Società.
E’ stato prodotto il testo, che ora fiduciosi Vi inviamo
augurandoci che Vi faccia riflettere e scegliere di
votare per il rispetto di ogni vita umana, che rimane indisponibile
in qualunque stato si trovi fino al suo
termine naturale e della dignità di ogni essere umano, che
nessuna malattia o menomazione può far
perdere.
Buon lavoro e cordiali saluti
Il Presidente
Foligno, 23 gennaio 2017