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Obiezione di coscienza



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coscienza


Domanda

sono una ginecologa da sempre obiettrice di coscienza ,
nell’ivg dopo i 90 gg. sono tenuta a dare assistenza alla donna,
durante l’espulsione del feto e della placenta, in assenza del
medico non obiettore, che si limita a dare ordini telefonici alle
ostetriche sulla terapia e obbligando il medico di turno
all’assistenza? grazie

Risponde il Dott. Angelo
Francesco Filardo

Risposta

Carissima
Collega,

    mi scuso
per il ritardo nel rispondere, ma questo fine settimana sono stato
occupato per preparare la presentazione dello statuto nella neonata
AIGOC (Associazione Italiana Ginecologi Ostetrici Cattolici)
avvenuta sabato al Gemelli di Roma .

    Il
problema che Tu poni si presenta frequentemente, ma non tutti i
colleghi obiettori se lo pongono in modo serio come Tu giustamente
fai.

Finchè il bambino
è vivo nessun obiettore, nè ginecologo nè
ostetrica, è tenuto a prendere parte alle procedure di
aborto a meno che non sopraggiunga un pericolo di vita per la
donna!  Molto spesso accade – come Tu dici – che il medico non
obiettore affidi telefonicamente ad una ostetrica di servizio,
magari anche obiettrice,  di visitare la donna e di mettere le
candelette di cervidil e questa esegua l’ordine senza rendersi
conto di prendere parte attiva nell’interrompere la vita del
bambino sfortunato.

Dopo che è stata
constatata e documentata la persistente assenza del
BCF potremmo essere
chiamati ad assistere la donna nelle fasi successive
dell’espulsione del bambino e della revisione della cavità
uterina.

In passato questo non
accadeva mai, ma in futuro – specialmente con l’uso della RU486 -
purtroppo accadrà spesso !

    Sperando
di aver risposto esaurientemente alla Tua domanda colgo l’occasione
per augurarTi un Santo Natale e Fecondo 2010

                              
                              
                              
                    
Angelo Francesco Filardo





 








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