
La legge 40 non è “buona” e nemmeno il testamento biologico
Risposta al v.p. del MpV Giuseppe Anzani, sul Foglio di sabato
scorso
Al direttore – Il testo scritto dal vicepresidente del Movimento
per la Vita Giuseppe Anzani, apparso sul Foglio di sabato scorso,
contiene una serie di affermazioni che non corrispondono alla
realtà delle cose. Alcuni di questi errori riguardano in
particolare il Comitato Verità e Vita, e dunque sono
costretto a rettificare tali “inesattezze”. Anzani
scrive che nel nostro comitato “non è necessario
essere eletti”, ma questo non è vero: nella nostra
associazione si svolgono regolari elezioni, nel contesto delle
assemblee nazionali, dove si discute e poi si vota in base alle
modalità descritte dallo statuto, che è consultabile
sul nostro sito (www.comitatoveritaevita.it). Fra l’altro, il
nostro statuto prevede alcune incompatibilità molto severe,
stabilendo che il presidente e i vicepresidenti “non possono
ricoprire incarichi partitici e/o
politico-amministrativi-istituzionali elettivi a livello locale,
regionale, nazionale o europeo”.
Anzani scrive che noi pretenderemmo di “confondere la
gente” lasciando credere di essere “la stessa cosa del
MpV, o anzi il vero MpV”, e anche questo non è vero.
Verità e Vita ha un proprio simbolo, propri rappresentanti,
una precisa identità. Fin dalla fondazione, avvenuta il 28
febbraio 2004, abbiamo assunto pubblicamente delle posizioni molto
precise, che marcano una differenza evidente rispetto ad altre
espresse dal Movimento per la vita. Questo ci ha portato in alcune
occasioni anche a criticare il MpV, poiché le radici di quel
movimento sono le nostre stesse radici, e abbiamo provato a
spiegare perché, secondo noi, essere a favore delle DAT, o
fare l’apologia della fecondazione artificiale omologa, o
dire che la 194 è una legge buona ma applicata male,
significa discostarsi da quelle radici.
Verità e Vita sostiene da sempre che la legge 40 del 2004
è gravemente ingiusta, perché permette la
fecondazione artificiale extracorporea, con la sua inevitabile
produzione tecnica dell’essere umano e con il suo carico di
vittime innocenti. Le limitazioni contenute nel testo della legge
– per altro pesantemente ridimensionate da alcuni interventi
“creativi” della magistratura – spiegano le
ragioni della “difesa” della 40 da parte dei pro life e
del mondo cattolico nel referendum del 2005. In
quell’occasione Verità e Vita lanciò
l’idea dell’astensione prima ancora che tale linea
venisse ufficializzata dalla Conferenza episcopale. Ma, al di
là della legge, il punto è che non esiste una
fecondazione extracorporea “buona”.
Per quanto riguarda le DAT, devo ricordare ad Anzani che
“Sì alla Vita” – il mensile del MpV
– nell’estate del 2008 prendeva duramente posizione
contro il testamento biologico, in coerenza con la linea pro life
di sempre; e che solo a partire dal settembre di quell’anno
il Movimento per la Vita ha mutato il suo atteggiamento sulla
materia.
Anzani scrive che il Comitato Verità e Vita sarebbe stato
fondato da “quei quattro o cinque che non fanno più
parte del direttivo del MpV semplicemente perché non sono
stati più eletti”. E anche questo non è vero.
Sia perché dietro a Verità e Vita non ci sono
“quattro o cinque persone”; sia perché non pochi
dei nostri soci oggi militano ancora nel MpV; e sia perché
qualcuno – come ad esempio il sottoscritto – si è
dimesso dal direttivo nazionale dopo essere stato rieletto,
spiegando le ragioni di coscienza che lo obbligavano a lasciare un
movimento identitario in grave crisi di identità. Su una
cosa Giuseppe Anzani ha ragione: “La verità, di
solito, si scopre andando a vedere, e dopo aver visto,
pensare.” E’ quello che almeno noi di Verità e
Vita stiamo cercando – con mille limiti personali – di
fare. Tenendo anche conto che la nostra è
un’associazione totalmente autofinanziata e basata
esclusivamente sul volontariato. E, forse proprio per questo,
libera di dire la verità.
Mario Palmaro
Presidente del Comitato Verità e Vita