
Legge 194 – “Legge integralmente iniqua”
Comunicato Stampa N. 17
Su “Il Foglio” del 24 maggio, inserto II, il Presidente del Movimento per la Vita Italiano, Carlo Casini, intervistato in merito alla conferenza governativa sulla famiglia inaugurata a Firenze dal Capo dello Stato, ha affermato:
“Sentiamo la necessità di creare le condizioni nella società per ricorrere all’aborto solo come ultima istanza, che da eccezione sta diventando la regola per molte donne. Una serie di dati raccolti negli ultimi anni dimostrano come la legge 194 non sia sbagliata, ma in molti casi solo disattesa o valutata in modo banale da alcuni medici”.
Questa dichiarazione è stata fatta proprio a Firenze, la città di La Pira, le cui parole suonarono in modo inequivocabile: “una legge integralmente iniqua”. ‘Integralmente’ significa non migliorabile (anche se ‘migliorata’ resterebbe una legge assolutamente ingiusta), non applicabile in alcuna misura, perché si identifica nel riconoscimento insindacabile dell’eversivo “principio di autodeterminazione della madre” in ordine all’uccisione del(la) figlio(a) concepito(a).
“Aborto come ultima istanza” … “dati che dimostrano come la legge 194 non sia sbagliata” – così Carlo Casini.
“Legge integralmente iniqua” – così, con Giorgio La Pira, Verità e Vita.
Questo radicale capovolgimento di posizione segna la conclusione di un percorso che, in nome di un vantato “realismo politico”, tende a giustificare sistematicamente il compromesso su valori umani non negoziabili, dando per inevitabile l’accettazione di un presunto male minore.
Il Comitato Verità e Vita, impegnato per statuto ad “affermare in ogni circostanza, opportuna e inopportuna, tutta la verità sull’uomo, sulla sua dignità, sulla sua intangibilità, sulla necessità che questo valore sia tutelato nella sua totalità dalle leggi civili, dai costumi, dalla cultura, e in generale in ogni settore della vita pubblica e privata”; a “denunciare pubblicamente, senza cedimenti e compromessi, l’esistenza di leggi intrinsecamente ingiuste, quali la legge 194/78 sull’aborto volontario, la legge 40/2004 sulla fecondazione extracorporea, ogni legge che dovesse rendere lecita la pratica dell’eutanasia comunque denominata”; CONTINUERÀ a battersi in difesa della persona umana, affinché anche ogni decisione politica che riguardi i valori non negoziabili, patrimonio del bene comune della società civile, avvenga nella chiarezza delle verità essenziali sul giusto e l’ingiusto, il lecito e l’illecito, il bene e il male, e ognuno si assuma le proprie responsabilità di fronte a tutti i cittadini.
La legge 194 non va applicata meglio né riformata, ma abrogata e totalmente riscritta nel senso più favorevole al nascituro. Battersi per qualche cosa di meno rappresenta un grave tradimento nei confronti della verità, una grave complicità con l’uccisione quotidiana dei non nati, e una forma di acquiescente connivenza con il legislatore ingiusto.
Per il Comitato Verità e Vita
Il Presidente Mario Palmaro