Seleziona Pagina

Commento alla Dignitas Personae

2009-01-1

Mario Paolo Rocchi

Clicca per Ingrandire


Clicca per Ingrandire

L’Istruzione di natura dottrinale della Congregazione per
la Dottrina della Fede Dignitas Personae
costituisce un aggiornamento della precedente Istruzione
Donum Vitae del febbraio 1987.

Come tale, tratta due classi di argomenti, relativi agli esiti
degli sviluppi in ambito scientifico determinatisi in questi
anni:

     a) quelli facenti capo a nuove tecnologie
biomediche introdotte nella pratica;

     b) quelli già trattati in
Donum Vitae, ma ritenuti bisognosi di
ulteriori chiarimenti, anche alla luce di una applicazione
più che ventennale, con “alcuni
problemi….emersi e meglio delineatesi negli anni
successivi………..”. (1)

Le considerazioni contenute in questo commento riguardano soltanto
i temi della seconda classe e, fra questi, le tecniche di
fecondazione artificiale extra-corporea (in vitro) FIVET e
ICSI.

In particolare, ci si propone di riesaminare la legislazione
vigente relativa a dette tecnologie biomediche, per verificare se
essa risponda al “criterio etico” fondamentale espresso
nell’ Istruzione Donum Vitae e
richiamato da Dignitas Personae. (2)

° ° ° ° °

1. Una precisazione che ci sembra importante rileva al par.4 che
gli sviluppi scientifici hanno consentito di “conoscere
meglio (…) il processo della sua [dell’uomo]
generazione”. Se è infatti vero che si può
parlare di dignità e diritti dell’essere umano
soltanto “a partire dal costituirsi dello zigote”
(ivi), tuttavia il previo processo generativo ha effetti
sulle reali condizioni nelle quali lo zigote viene ad essere e a
trovarsi e sulla loro compatibilità con il rispetto dovuto a
quella dignità e a quei diritti.

La “tutela della specificità degli atti personali che
trasmettono la vita” su cui si misura “il valore etico
della scienza biomedica” (3) ha dunque rilevanza anche in
ordine al rispetto dovuto allo zigote umano.(4) Questo approccio
caratterizza la decisiva novità rispetto a Donum Vitae. Come
vedremo, il giudizio etico sulle tecnologie in vitro
è adesso chiaramente fondato sugli effetti “volontari
perché connessi alla scelta e alla pratica di queste
tecniche”. (8)



2. Da quanto sopra, si può desumere che l’esclusione
della liceità di tutte “le tecniche di fecondazione
artificiale omologa che sono sostitutive dell’atto
coniugale” (5) è conforme all’etica della
Ragione e non soltanto all’etica della Fede. A conferma, si
può leggere al par. 14 che, a differenza di quanto
“alcuni pensavano.…. tutte le tecniche di fecondazione
in vitro si svolgono di fatto come se l’embrione
umano fosse un semplice ammasso di cellule che vengono usate,
…………….”

3. L’Istruzione insiste sottolineando che il “numero
di embrioni sacrificati è altissimo”, e considera tali
“perdite” come aborti ( cfr. Par.16:
pacifica accettazione dell’altissimo tasso di
abortività
”), accettati come mezzo
(“prezzo”) per ottenere risultati positivi. E
aggiunge che quelle perdite di embrioni “sono previste e
volute”. (cfr. par.15 e nota 8).

4. Significativa la precisazione che alla base della
accettazione delle tecniche in vitro c’è
l’assunto implicito che l’embrione non meriti un pieno
rispetto (cfr. par.15). E ciò viola il principio della non
discriminazione: il “desiderio” di uno prevale sul
rispetto dell’altro.

5. L’equiparazione che Dignitas
Personae
sostiene fra aborto volontario e
fecondazione in vitro appare poi evidente nel par.16, dove
la “distruzione” di “un figlio già
concepito”e non desiderato (cioè l’aborto,
abominevole delitto
) è inaccettabile alla stessa
stregua della “produzione” di un figlio, da ottenere
oltretutto a quel “prezzo”.

6. Anche il “trasferimento multiplo” in utero di
“un numero maggiore di embrioni rispetto al figlio
desiderato” è condannato dall’ Istruzione in
quanto “trattamento puramente strumentale degli
embrioni”. (6)

° ° ° ° °

7. Da quanto visto finora appare senza ombra di dubbio che per
quanto riguarda il rispetto dei diritti fondamentali del concepito
umano, dignità e vita in primis, secondo Dignitas
Parsonae il ricorso alle tecniche in vitro non solo
eterologhe ma anche omologhe è giudicato gravemente illecito
– quanto l’aborto procurato – anche secondo
un’ etica laica. Appare dunque del tutto superata una esegesi
di Donum Vitae circolata inizialmente, e che ha presumibilmente
ispirato l’impegno politico-culturale di cattolici
nell’ iter parlamentare di ben due legislature fino
all’approvazione della legge 40/2004. Secondo tale lettura
della Istruzione del 1987, essa lascerebbe “intravedere una
distinzione tra procreazione artificiale eterologa (anche
legalmente inaccettabile) e procreazione artificiale omologa
(legalmente tollerabile)……. Per quanto percepibile
anche dalla ragione umana, l’inscindibilità del
collegamento tra significati unitivo e procreativo della
sessualità impegna la visione di Fede e la
sensibilità religiosa ”.(7) Il chiarimento di
Dignitas Personae in merito a questa
lettura è inequivocabilmente negativo.

L’uso di tali tecniche non è dunque conforme alla
legge naturale e ai diritti inviolabili dell’uomo, e non
può quindi in alcun modo essere legittimato dal legislatore
civile. E da quello cattolico a fortiori. Resta la
maggiore gravità delle tecniche eterologhe in quanto
contrarie all’unità del matrimonio, fondamento della
famiglia, contenuto importante del bene comune della
società. Peraltro, è adesso chiara
l’assurdità di riservare proprio alla famiglia
legittima il privilegio di usare le tecnologie in
vitro
, così anti-umane.

8. La legislazione vigente in materia di Fecondazione
Medicalmente Assistita (FMA) è rappresentata dalla
l.40/2004. Essa legittima la fecondazione artificiale omologa
in vitro e stabilisce le modalità e le procedure da
rispettare nelle applicazioni. Tali modalità includono tra
l’altro il “trasferimento multiplo”, anche se
limitato al massimo di tre embrioni, mentre non pongono limiti al
numero dei cicli eseguibili da ogni coppia. Ammettono inoltre il
ricorso al congelamento degli embrioni nel caso di situazioni
impreviste determinatesi dopo la fecondazione.

E’ pertanto del tutto evidente che anche soltanto per questi
aspetti la l.40/2004 è gravemente ingiusta, anche se meno
ingiusta di altre possibili ed esistenti in altri paesi.

9. C’è da chiedersi quale sarebbe stato, sul piano
culturale prima ancora che strettamente politico, l’esito del
lungo confronto sulla c.d. FMA, se fossero state disponibili almeno
una decina di anni fa le decisive conclusioni di
Dignitas Personae. Non mancavano
già allora voci che sostenevano le argomentazioni che essa
ha oggi fatto proprie e ne auspicavano la presa in considerazione
da parte di tutte le realtà coinvolte e dagli operatori
della comunicazione sociale, perché anche l’ opinione
pubblica fosse stimolata a chiarirsi le idee. Voci quasi sempre
tacitate dalla censura , talvolta con l’ accusa di
lesa-unità.

Nell’ultimo capoverso del par.15 dell’ Istruzione non
si vuole forse alludere a queste voci? Che di Evangelium
Vitae
non si limitavano a invocare il par. 73, ma si
appellavano, appunto, anche a EV14, proprio per contestare
l’ostinato silenzio politicamente corretto sulla triste
realtà della provetta omicida anche da parte di non pochi
cattolici. Inclusi cattedratici ecclesiastici capaci di giudicare
la l.40 “accettabile, in quanto difende il diritto alla vita
del nascituro”. (9)

C’è da chiedersi, inoltre, se la inevitabile copertura
politica del “male minore” e della “riduzione del
danno” non abbia impedito di valutare appieno la
gravità eversiva della provetta, espressione del potere
dell’uomo sull’altro e della cultura di morte.

10. Ora tutto è chiaro. Una fonte certamente autorevole e
competente denuncia la “triste realtà” di una
legge civile che promuove e sostiene “una tecnica con un
tasso globale così alto di esiti negativi e fatali, che
né la comune deontologia professionale né le
autorità sanitarie ammetterebbero in nessun altro ambito
della medicina”. (9)

Una legge gravemente ingiusta, che – come qualunque legge
ingiusta – deve essere senza posa denunciata e osteggiata. Il
contenuto di ingiustizia della l.40 è enormemente maggiore
del poco che – se effettivamente ci riesce – può
evitare.

Non possiamo tacere. Siamo confortati dalla chiarezza del magistero
cattolico di Dignitas Personae, e
speriamo che essa consenta finalmente anche al mondo
cattolico
di far sentire la sua voce, per il bene comune e il
futuro della nostra società.

1 D.P. 11

2 Cfr. D.P.12

3 Cfr. D.P.10

4 Cfr. D.P.16

5 Cfr. D.P.12

8 Cfr. ad esempio: M.COZZOLI: L’embrione umano: aspetti
etico-normativi. Su: Identità e statuto dell’embrione
umano. Pontificia Academia Pro Vita. LEV 1998. Pag.265.

6 D.P. 15

7 C.CASINI: Direttive per la legislazione allo scopo di
disciplinare le conseguenze della medicina della riproduzione
nell’ottica politica. Conrad Adenauer Stiftung. Bruxelles, 30
ottobre – 1 novembre 1987.

9 Cfr. AVVENIRE, 3 Luglio 2004.

9 D.P. 15






Circa l'autore