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Non abbiate paura del Comitato Veritá e Vita

Comunicato Stampa N. 85

Nei giorni scorsi il Movimento per la Vita italiano ha diffuso un documento in cui attacca il nostro Comitato, raccomandando “agli associati del MPV di fare attenzione ai rapporti che il Comitato Verità e Vita volesse proporre”.
Riteniamo doveroso rispondere alle affermazioni contenute in quel documento, che ci offre l’opportunità di riaffermare con convinzione le ragioni del nostro impegno.
1.Il Comitato Verità e Vita esiste. Il documento del Movimento per la vita è la conferma del fallimento di ogni tentativo messo in atto in questi anni per fare finta che Verità e Vita non esistesse, ignorandolo come interlocutore serio, credibile e motivato. Verità e Vita esiste, nonostante l’impressionante censura esercitata nei nostri confronti da molti organi di informazione di area cattolica. Verità e Vita esiste, nonostante non percepisca alcuna forma di finanziamento stabile. L’idea che il mondo pro-life debba consistere in un’unica associazione, la pretesa cioè di una “monocoltura pro-life”, appartiene a un passato definitivamente superato dai fatti. In Italia esistono più associazioni che si impegnano per la difesa della vita umana innocente, e bisogna fare i conti con questo dato di realtà, riconoscendo in esso non una tragedia o un reato di lesa maestà, ma una preziosa risorsa.

2. Il Comitato Verità e Vita non è nato per alimentare rivalità di natura personale, che sono sempre possibili nella vita, ma che devono essere combattute e vinte. La nostra posizione in nessun modo è una battaglia contro il Movimento per la Vita Italiano: lo dimostra il fatto che molti componenti del Comitato Verità e Vita hanno fatto parte e molti ancora fanno convintamente parte del Movimento per la Vita. Inoltre, alcuni Movimenti per la vita e Centri di Aiuto alla Vita locali hanno deciso in questi anni di aderire al Comitato Verità e Vita. Non abbiamo certamente una “visione discorde sulla vita” rispetto a quel glorioso movimento e tanto meno disconosciamo l’opera di chi l’ha guidato, ma piuttosto – e non sempre – dissentiamo (esplicitamente e senza infingimenti) dalla linea strategica adottata. Riteniamo infatti che l’unica strategia possibile, di fronte agli attacchi concentrici e sempre più violenti da parte dei nemici della vita, sia quella di una difesa intransigente, che riaffermi instancabilmente i principi di fondo, denunci le leggi ingiuste e le pratiche antiumane e affermi tutta la verità sull’uomo. Questo non significa disconoscere il valore dell’opera dei politici cattolici che, nel concreto, cercano di ottenere risultati anche parziali; e tanto meno significa negare la buona fede a coloro che propongono o sostengono proposte di legge che al nostro Comitato appaiono erronee: ma abbiamo il dovere della verità, anche se scomoda, ricordando che il diritto alla vita è universale e non negoziabile.

3. Il Comitato Verità e Vita è nato per riaffermare “senza se e senza ma” una serie di ben precise “verità sulla vita”:
a) il rifiuto di ogni legittimazione della fecondazione extracorporea, come quella contenuta nella legge 40 del 2004, in quanto pratica contraria alla dignità umana e all’origine di centinaia di migliaia di embrioni prodotti per morire
(vedi “Manifesto Appello: una legge gravemente ingiusta”, testo integrale in http://www.comitatoveritaevita.it/pub/nav_Manifesto_Appello.php
b) il conseguente giudizio in base al quale la legge 40 – pur maturata in un contesto diverso dalla legge 194 – è una “legge gravemente ingiusta”, come lo sarebbe qualunque norma che consentisse l’uccisione programmata di esseri umani innocenti; i divieti in essa contenuti (purtroppo superati e disattesi dalla prassi) possono legittimamente farla apparire come “migliore” di altre leggi ingiuste sulla materia, ma non possono trasformarla in una “buona legge”;
c) la denuncia ferma e decisa della legge 194 sull’aborto, legge integralmente iniqua che permette l’uccisione di milioni di bambini; e legge che non può essere certo definita una “buona legge fin’ora applicata male” in virtù dell’esistenza di reali o presunte “parti buone della 194”;
d) il rifiuto e la denuncia di tutte le forme, anche nascoste, di soppressione dei concepiti, come ad esempio la contraccezione che nasconde effetti abortivi;
e) il rifiuto e la denuncia di ogni tentativo di legalizzazione dell’eutanasia, che si è concretizzata nella difesa della vita di Eluana Englaro e nella messa in atto di ogni tentativo di farne punire l’ingiusta uccisione –anche mediante la denuncia penale– e che si continua a concretizzare nella decisa opposizione alla proposta di legge sulle dichiarazioni anticipate di trattamento (DAT), che introducono surrettiziamente l’eutanasia dei disabili e dei malati (vedi “Manifesto Appello: Contro la legge sul Testamento biologico, contro ogni eutanasia”, link al testo integrale http://www.comitatoveritaevita.it/pub/nav_Manifesto_Appello_testamento_biologico.php)

4. Chi afferma -anche indirettamente- che questa linea intransigente è contraria al Magistero della Chiesa Cattolica ha l’onere di provarlo. Il Comitato Verità e Vita è un’associazione non ecclesiale e non confessionale, fedele a uno statuto che si radica nei principi non negoziabili e immutabili della legge naturale. Ora, è evidente che tali principi non potrebbero mai essere disattesi dal Magistero della Chiesa cattolica. Dunque, Verità e Vita è da sempre attenta alla conoscenza, allo studio e alla divulgazione degli insegnamenti della Chiesa in ambito bioetico, senza omissioni o strane amnesie. Dunque, Verità e Vita non può che condividere, in coerenza con il proprio statuto, i giudizi etico-giuridici della Chiesa sull’aborto, definito “abominevole delitto”; sulla fecondazione artificiale extracorporea omologa ed eterologa, riconosciuta come occisiva ad esempio nel documento Dignitas Personae; sull’eutanasia e su ogni tentativo di sua surrettizia legalizzazione sotto forma di dichiarazioni anticipate di trattamento o di testamento biologico, strumenti contro i quali si sono schierati Chiesa cattolica e pro-life di tutto il mondo.

5. Le innumerevoli prese di posizione assunte dalle Conferenze Episcopali nel mondo non costituiscono automaticamente “Magistero della Chiesa”. Lo prova il fatto che, storicamente, si sono registrate posizioni ufficiali di conferenze episcopali che hanno apertamente contestato il Magistero petrino: si ricordi, a puro titolo di esempio, il caso della Conferenza Episcopale austriaca che criticò Paolo VI all’indomani della Humanae Vitae. Ovviamente, il Comitato Verità e Vita è anche attento a quanto la Conferenza Episcopale Italiana (CEI) afferma e alle indicazioni che essa offre. Verità e Vita d’altra parte non è un movimento ecclesiale, in base a una scelta dettata dalla consapevolezza che la difesa del diritto alla vita altro non è che difesa dei diritti umani fondamentali, battaglia valida per tutta la società e alla quale possono unirsi anche non cattolici. Quindi, all’ascolto attento e rispettoso di quanto la CEI dice, si sono accompagnati e si accompagnano altrettanto rispettosi e argomentati dissensi sulla strategia adottata e sulle direttive offerte ai movimenti ecclesiali e ai politici cattolici.

6. In concreto, il Comitato Verità e Vita ha espresso pubblicamente il suo dissenso:

a. dalla tesi per cui la legge 194 non sarebbe più una legge da abrogare, ma solo da “applicare meglio”;
b. dalla tesi per cui le dichiarazioni anticipate di trattamento (DAT) siano diventate una cosa buona e giusta, e la norma che le legalizza meriti di essere sostenuta;
c. dalla tesi che la legge 40 del 2004 sulla Fivet sia una buona legge da difendere “senza se e senza ma”, sottolineando:
– che il cosiddetto “far west della provetta” non era motivo sufficiente per promuovere la legalizzazione formale di pratiche antiumane;
– che esisteva il rischio che, ben presto, tutti i “paletti” che apparentemente la legge poneva sarebbero caduti, cosa purtroppo avvenuta;
– che –considerandola terapia- il numero delle coppie che saranno indirizzate alla Fivet sarebbe cresciuto nel tempo (come risulta dalle prime relazioni ministeriali: 33.375 nel 2006; 36.495 nel 2007 ) e con esso il numero degli embrioni sacrificati ( 63.322 nel 2006; 70.201 nel 2007);

7. Il Comitato Verità e Vita esprime stupore e amarezza constatando che il Movimento per la Vita Italiano percepisca questo legittimo, esplicito e motivato dissenso come un attacco diretto al Movimento e al suo Presidente. Pare ovvio che il MpV adotti le sue decisioni a maggioranza e che le sue decisioni siano vincolanti per lo stesso; pare altrettanto ovvio che l’essere state adottate decisioni a maggioranza non comporta l’obbligo del silenzio per gli associati, che si vogliono colpiti da provvedimenti disciplinari se si permettono di affermare le proprie legittime opinioni: la democrazia della maggioranza, per essere tale, si accompagna sempre alla libertà di manifestazione del pensiero; nel caso contrario diventa una finzione, una recita che non merita di chiamarsi con quel nome.

8. Non abbiate paura del Comitato Verità e Vita. Il nostro Comitato continuerà a svolgere il compito affidatogli all’atto della costituzione. Tra i nostri obiettivi non vi è in nessun modo l’aggressione verso il Movimento per la Vita Italiano e verso il suo Presidente. Gli ideali di difesa della vita sono esattamente gli stessi. Anche per questo motivo non intendiamo reagire a questa ingiusta e sorprendente aggressione con atteggiamenti ostili e bellicosi. Agli amici del Movimento per la Vita diciamo: non abbiate paura del Comitato Verità e Vita. Non abbiate paura di ascoltarci e di impegnarvi a combattere insieme contro la cultura della morte. Noi siamo contrari alla legalizzazione dell’aborto, della fecondazione artificiale, del testamento biologico, dell’eutanasia. Possiamo costituire un pericolo per la verità e per la vita innocente? Ve lo ripetiamo: non abbiate paura di noi. Altri sono i nemici da combattere.

Il Comitato Verità e Vita

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