
Il commento di Mario Paolo Rocchi sul Movimento per la Vita ‘di Casini’
Una cosa però, come socio fondatore del primo CAV
d’Italia, nonché del Movimento per la Vita Italiano di
cui sono stato il primo tesoriere ai tempi dell’autonomia
finanziaria, penso di poterla dire.
Ho letto con viva partecipazione e con spirito
rattristato la lettera della nostra Marisa, alla quale ho subito
espresso la mia assoluta solidarietà. Nel segno di una comune
militanza lungo il tempo di una generazione.
Devo purtroppo osservare, andando con la memoria
a questi miei trentacinque anni da pro-life – pieni di
preziose esperienze umane – dalla primavera del 1975 a quella
attuale, che in quella lettera sono in realtà descritti esiti
prevedibili (e previsti) di un lungo, ostinato processo di graduale
allontanamento del nostro Movimento dalla sua primitiva
identità, ispirata ante litteram a quella “sana
laicità” – oggi spesso assente e perciò
invocata come necessaria – e da quel suo stile operativo
estraneo sia alle (realistiche?) “abilità”
– certe prassi politiche e, talvolta, ecclesiastiche –
del politically correct o del c.d. male minore. Un processo
segnato da una conduzione sempre più verticistica e da una
contestuale crescente dipendenza dalle esigenze di tattiche,
strategie e – ovviamente – risorse
…..esterne.
Potrei indicarne le date esatte; ma servirebbe?
La sudditanza del Movimento per la Vita di Casini al
nichilismo della egemone cultura della c.d. autodeterminazione (in
gergo: pro choice) – dal “ribattezzo”
della 194 (trent’anni per accorgersi che non veniva ben
applicata?), alla sceneggiata sulla RU486 (ammazzateli pure, i
concepiti scomodi! Ma siate saggi: fatelo come dice la legge!), ai
trionfalismi sui “successi” della ingiusta legge 40
(quasi centomila vittime della provetta legale solo nel
2008)……E, fra poco, con gli scontati
(realistici?) compromessi (sui non negoziabili valori di
dignità e vita dei moribondi) sulle c.d. D.A.T. – sono
ormai percepiti anche a livello opinione pubblica (Cfr. ad es.
Corrispondenza Romana, n.1144. CR 1144/02).
Una cosa però, come socio fondatore del
primo CAV d’Italia, nonché del Movimento per la Vita
Italiano di cui sono stato il primo tesoriere ai tempi
dell’autonomia finanziaria, penso di poterla dire.
Come contributo ad una smentita e ad un
auspicabile superamento del malinconico approdo ai riti ben noti
dei personalismi, delle accuse, dei sospetti, addirittura delle
calunnie contro i “non omologati”, a Carlo Casini
chiedo: Scegli definitivamente il seggio parlamentare
come luogo del tuo impegno e lascia la presidenza del
Movimento per la Vita Italiano.
In amicizia.