
Gianna Jessen a Biella, straordinaria denuncia contro l’aborto,
I presenti rimangono toccati nel cuore.
La sera del 1
febbraio la
comunità biellese ha risposto in maniera straordinaria
all’invito rivoltole dal Movimento per la Vita. L’Auditorium di
Città Studi gremito all’inverosimile, tanto da dover
utilizzare anche un’ampia sala adiacente collegata in video
conferenza, ha
ascoltato con attenzione e partecipazione le parole di Gianna
Jessen. Ha ascoltato e partecipato dell’esperienza di una ragazza
sopravvissuta a un’azione omicida legalmente autorizzata che
si chiama aborto procurato.
L’enorme
partecipazione (circa 800 persone), soprattutto di giovani, data
alla proposta di ascolto di questa piccola e apparentemente
fisicamente fragile donna che porta in giro per il mondo il “punto
di vista” della vittima del delitto di aborto è, a nostro
giudizio, sintomatica del fatto che l’aborto procurato è un
atto che va contro la natura intima della mamma e solo l’egoismo e
l’ideologia malata in cui siamo immersi giustifica, ma la retta
coscienza condanna.
Gianna ha toccato
il cuore dei quasi mille ascoltatori presenti portando se stessa
senza infingimenti, dando conto in maniera semplice e ferma della
sua profonda fede in Gesù Cristo, suo Salvatore,
proclamando, con la sua stessa fisica presenza l’orrore dell’aborto
procurato.
Il suo approcciarsi
alla platea in maniera diretta e priva degli schermi tipici
dell’oratore professionista ha portato gli ascoltatori a essere una
cosa sola con lei, a partecipare della sua sofferenza da un lato,
ma per altro verso a vivere la sua grande e solida fede in
Gesù che le ha permesso e le permette di affrontare
pienamente una vita che non può dirsi facile.
Gianna non ha fatto
un discorso organico e sistematico, ma ha intrecciato spezzoni
della sua dura esperienza di vita con riflessioni, solo
apparentemente sconnesse, sul coraggio degli uomini e sulle
fragilità delle donne. In realtà Gianna, nel fare
ciò, ha svelato una delle ragioni profonde del delitto
abortivo: quella che sta dentro il cuore di quei genitori che
uccidono proprio figlio. Da un lato una donna che mendica amore
perché non è stata amata come figlia e non si vuole
bene, d’altro lato un uomo vile che usa il corpo della donna e,
poi, quando dovrebbe assumersi la responsabilità di
difendere e proteggere la mamma e il bambino, fugge dimostrato
tutta la sua codardia. Gianna incita gli uomini in sala a
comportarsi come veri uomini, alle donne di mai svalutarsi, uomini e donne
siano fedeli al grande progetto che Dio ha pensato per loro.
Come abbiamo
auspicato in precedenza la presenza di Gianna a Biella ha voluto
essere un modo per scuotere e scomodare le coscienze in relazione
ad un grave delitto che si consuma, con la “benedizione” di Stato,
nei nostri lindi e sterili ospedali.
È nostro
intendimento continuare a ricordare alla comunità Biellese
che 10.000 aborti procurati in trentacinque anni sono uno sterminio
di massa che non è lecito tacere, è l’equivalente di
un paese come Vigliano cancellato dalla carta geografica, nel
silenzio della meglio società che chiama diritto ciò
che è solo un vile omicidio.
E’ nostra
ferma intenzione denunciare un’esponenziale aumento
dell’aborto eugenetico -indirizzato ai bambini disabili,
quindi quelli che in
realtà sarebbero maggiormente degni di cure e di amore- Un
altrettanto preoccupante aumento delle forme abortive nascoste,
dalla contraccezione ormonale, alla spirale, per finire con le
pillole pesticidi umani , come la pillola del giorno dopo, la
pillola dei 5 giorni dopo e la pillola RU 486.
Per questa ragione
seguendo le parole del beato Giovanni Paolo: ” Ci alzeremo ogni volta che la
sacralità della vita è attaccata prima della nascita,
ci alzeremo e proclameremo che nessuno ha l’autorità di
distruggere la vita non nata.“
Il Movimento per la Vita
Biella