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Caro Casini, nel MpV qualcosa non va

2010-06-7

Pubblichiamo un importante commento di Caius, pubblicato sul
sito di Libertà e Persona

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Da tempo il Movimento per la Vita
italiano
 soffre di rivalità interne che ne
paralizzano l’azione e l’efficacia. Purtroppo tutto ciò fa
molto male, ma è forse venuto il momento di dire cosa non
funziona!

Da troppi anni il Movimento ha lo stesso presidente, Carlo
Casini, i cui indubbi meriti sono però oscurati da una
concezione quasi personalistica del Movimento stesso. Sembra,
insomma, che Casini si ritenga insostituibile, e che non voglia mai
aprire ad altri, magari più giovani.

Così negli anni chi frequenta il Movimento ha visto che
chiunque osasse pensarla diversamente dal presidente è stato
accantonato, emarginato, messo da parte, talora additato. Si sono
fatti da parte Migliori, storico presidente, il fondatore del
telefono verde, Giuseppe Garrone, il fondatore del progetto
Gemma,Silvio Ghielmi, il fondatore del primo Cav, l’ing. Rocchi di
Firenze.

Tutti più o meno in scontro con la gestione personalistica
di Casini. Nel frattempo, le giovani “promesse”, non sono state
aiutate, né accolte, quasi che chiunque valga qualcosa, venga
visto come un impiccio e un possibile concorrente.

La goccia che ha fatto traboccare il vaso è la visione
della politica di Casini, che da una parte dice di non voler
coinvolgere il Movimento nella politica, dall’altra
è europarlamentare dell’Udc, ed ha
persino utilizzato la sede del Movimento, alle ultime elezioni, per
fare la sua campagna elettorale.

La cosa non è mai piaciuta a molti, perché se il
presidente del Movimento è di un partito, come potrà
parlare liberamente quando il suo partito, spesso così
ipocrita, non difende la vita?

Alle ultime regionali il Movimento centrale ha fatto giustamente
campagna contro la Bonino, ma la posizione è stata molto
più ambigua riguardo alla Bresso, che
condivide le idee della Bonino, ma era peròcondidata
col sostegno dell’Udc
 ( e con imbarazzanti
elogi di parte di Rocco Buttiglione, ambiguo politico avezzo al
colpo al cerchio e a quello alla botte con incredibile leggerezza).
Ci saremmo tutti aspettati una pubblica presa di posizione di
Casini su questo iniquo apparentamento, e invece non è
arrivata…non solo: Casini ha pure voluto rimbrottare il
Movimento per la Vita piemontese, che invece, e giustamente, aveva
preso una posizione chiara, a favore di un pro life sincero
come Roberto Cota.

Si legga qui sotto la lettera di Marisa
Orecchia al riguardo:

Caro Casini,

 In merito alle accuse rivolte, nel corso dell’ultimo
Consiglio direttivo del MPVI ( 19/20 marzo), a Federvita Piemonte
ti invio alcune mie doverose considerazioni.

In Direttivo è stata assai stigmatizzata l’iniziativa
di Federvita Piemonte per la quale, dopo aver diffuso, durante la
campagna elettorale per le elezioni regionali del 28/29 marzo, un
comunicato stampa per denunciare la politica contro la vita e la
famiglia attuata dalla candidata Mercedes Bresso nei primi cinque
anni di carica a governatore del Piemonte, avevo sottoscritto,
assieme a Maria Paola Tripoli, rappresentante del volontariato
piemontese, Massimo Introvigne, sociologo di chiara fama e Mauro
Ronco, esimio penalista, già componente del CSM, un
“Patto per la vita e la famiglia” proposto da Roberto
Cota, candidato alla presidenza della regione Piemonte, in cui egli
assicurava, se eletto, tutela e sostegno a vita e famiglia, con
impegni specifici e ben precisi.

In Direttivo hai dichiarato a parer tuo “inopportuno
che Federvita Piemonte abbia sottoscritto assieme ad esponenti di
Alleanza Cattolica un Patto con Cota senza un preventivo accordo
con la Federazione Nazionale, marcando così la sua autonomia
in una materia assai delicata nella quale la linea del Movimento
è sempre stata quella di inviare un messaggio ai candidati e
di rendere note le risposte, in modo da orientare il voto degli
elettori, non quello di stringere veri e propri patti
elettorali
”.

Ritengo opportuno precisare quanto segue:

– Il “Patto per la vita e la famiglia” di un
candidato disposto ad un impegno preciso sui “valori non
negoziabili” offriva l’occasione a Federvita Piemonte
di divenire parte attiva nel proporre, suggerire, sostenere, in
caso di elezione del candidato Cota, misure concrete per la vita e
la famiglia. Impegni precisi per la vita, “dal concepimento
alla morte naturale e per la famiglia monogamica ed eterosessuale,
fondata sul matrimonio”, non le solite,
generiche assicurazioni che abitualmente ci giungono dai candidati
in vista delle elezioni.

 – Trattandosi di elezioni regionali, è parso
opportuno che la questione venisse mantenuta a questo livello: i
sottoscrittori del patto avrebbero avuto modo di intervenire, quali
garanti del patto, per seguire e monitorare le politiche in
attuazione dello stesso. Federvita Piemonte, associazione di
secondo livello comprendente i MPV e i CAV piemontesi, costituitasi
nel 1991, iscritta nel registro regionale ai sensi della legge
regionale 38/94 (in attuazione della legge quadro sul volontariato
266/91) possiede per statuto una sua autonomia operativa e,
ispirandosi ovviamente agli ideali del Movimento per la Vita
Italiano cui è unita da vincolo federativo, “persegue
tutte quelle iniziative che, a livello di legislazione, di cultura,
di costume, di assistenza, di opinione pubblica, sono idonee a
promuovere la tutela della vita umana” (art.1), attraverso
“ogni pubblica iniziativa, compreso l’uso di qualunque
mezzo di divulgazione volto a favorire l’affermazione di una
cultura di vita e di solidarietà concrete (art.2)”.

A pieno titolo perciò Federvita Piemonte ha agito in questa
occasione, nel rispetto di obiettivi comuni e condivisi.
Un’ultima, ma non meno importante, considerazione ha
trattenuto la questione del “Patto per la vita e la
famiglia” a livello regionale: la deplorevole alleanza che in
Piemonte l’UDC, partito per il quale sei stato ripetutamente
candidato e infine eletto al Parlamento europeo, ha stretto con
Mercedes Bresso.

Avrebbe, un esponente dell’UDC, quale
indubbiamente tu sei, potuto concludere, senza qualche imbarazzo,
un patto con Cota
? Ma venendo alle accuse specifiche, per
le quali hai chiesto al Consiglio Direttivo, privo per altro del
numero legale, come ti ho già fatto notare, di deliberare
l’intervento del collegio dei probi viri, preciso quanto
segue: Rigetto fermamente le accuse di irregolarità nelle
elezioni del consiglio direttivo di Federvita Piemonte, svoltesi
l’anno scorso, verbalmente lanciate (a distanza di un anno!)
dai consiglieri Boero, Larocca, Tibaudi, Vergani .

Nel corso dell’assemblea ordinaria di Federvita Piemonte,
tenutasi a Torino il 24 aprile 2010, relazionando sul deliberato
intervento dei probi viri e respingendo dettagliatamente ogni
accusa, ho dichiarato che tutto il materiale relativo alle stesse
elezioni è disponibile in visione per chiunque ne faccia
richiesta e che ne abbia titolo (presidente di CAV, di MPV
appartenente a Federvita Piemonte o suo delegato), ai sensi della
normativa vigente. L’Assemblea ha espresso solidarietà e
approvazione.

Mi duole sottolineare tuttavia che queste accuse,
estremamente gravi, hanno provocato illazioni, sospetti,
dubbi
 che giungono a configurarsi in alcuni casi come
vere e proprie calunnie, gettando fango sul mio nome e su quello di
persone che hanno dedicato se stessi, la propria vita, le proprie
risorse, il proprio tempo , in un impegno decennale per promuovere
la cultura della vita e per salvare bambini dall’aborto
volontario, senza averne in cambio null’altro che la
consapevolezza di aver compiuto il loro dovere.

Questa mia lettera altro non è che un tentativo di difesa ,
povero assai per altro, contro il discredito provocato dalle accuse
di cui sopra. Ed eccomi adesso all’ultimo punto, quello per
cui al collegio dei probi viri è stato dato mandato di
“esporre in un rapporto la propria valutazione in relazione
all’adesione e al sostegno di Federvita Piemonte
all’Associazione denominata Verità e vita”, in
virtù del quale lo stesso collegio richiede a Federvita
Piemonte “ una dichiarazione con la quale Federvita
Piemonte si dissocia totalmente dalla linea assunta, nel passato e
nel presente, dal Comitato Verità e Vita in materia di inizio
e fine vita
”.

Richiesta evidentemente non ammissibile per questi motivi:

-Federvita Piemonte, in quanto tale, non ha mai dato sostegno o
adesione a Verità e Vita cui non si
è mai associata in alcun modo. Soltanto alcuni membri di
Federvita Piemonte, singolarmente e a titolo personale, fanno parte
anche di Verità e Vita Il Direttivo di Federvita Piemonte ha
sempre operato con fedeltà e coraggio nel perseguire gli
obiettivi indicati dal suo statuto, per promuovere ad ogni livello
la cultura della vita, la prevenzione dell’aborto volontario
e il sostegno alle madri in difficoltà.

– Né lo statuto di Federvita Piemonte né quello del
Movimento per la vita italiano impongono ai soci l’esclusiva
appartenenza agli stessi, né potrebbero ovviamente pretenderla
senza una gravissima violazione della libertà dei soci stessi
nonché della normativa relativa alle associazioni di
volontariato e a quelle di promozione sociale tra cui l’una e
l’altra associazione si colloca. Verità e Vita non
è un’associazione a delinquere da cui sia doveroso
prendere le distanze.

E’ un’associazione pro life i cui obiettivi (
statuto visibile su www.comitatoveritaevita.it) coincidono con
quelli di Federvita Piemonte e del Movimento per la Vita italiano.
Possono variare le linee strategiche, le opinioni e le scelte sulle
iniziative atte a tali obiettivi perseguire, così come accade
nel vasto panorama delle associazioni pro life che popolano
l’orizzonte del nostro Paese. Che sono ricchezza, pur nella
diversità dei carismi e della operatività, e che, a modo
loro, secondo la loro sensibilità, cercano di veicolare in
mille rivoli la cultura del rispetto per la vita. Nella relazione
tenuta all’assemblea nazionale del Movimento per la vita
italiano, nel 2008 a Chianciano, scrivevi (pag.7, paragrafo
“La funzione unitiva”) “Infine continuo a
sentire come una ferita l’autonomia di Verità e Vita che
ormai si sente estranea al Movimento per la vita (…) Analogo
sentimento provo quando leggo ogni tanto di comitati per la
famiglia o per un nuovo femminismo
”.

Se davvero il tema della tutela della vita nascente, di quel
bambino che cerchiamo senza posa di mostrare a tutti quando è
ancora embrione invisibile, è tema che unisce, come andiamo
ripetendo da sempre, credo che compito irrinunciabile sia quello di
intessere rapporti e collaborazioni con tutti coloro che a ciò
si impegnano, senza la pretesa di avere l’esclusiva né
di rappresentare tutti.

Ogni apporto è prezioso, considerata la portata e la
grandezza dello scopo. Quanto al rischio di confusione che
deriverebbe dalla mia doppia carica di presidente di Federvita
Piemonte e di vice presidente di Verità e Vita, entrambe
associazioni pro life con gli stessi obiettivi, mi sembra di poter
affermare tranquillamente che tale rischio è inesistente: ho
iniziato trent’anni fa a dedicarmi all’accoglienza
della vita nascente nel Centro di Aiuto alla vita della mia
città, nonostante impegni familiari non da poco (sette figli
da crescere e la professione di insegnante) e via via ho incontrato
altre associazioni pro life con le quali tuttora collaboro (con
scritti, relazioni, trasmissioni radio etc.), senza che ciò
mai abbia dato adito a confusioni sugli obiettivi perseguiti.

 Il rischio di confusione è indubbiamente reale invece
per la tua doppia carica di presidente del Movimento
per la vita italiano e di esponente politico del partito
dell’UDC
. Se tale situazione era in qualche modo
accettabile al tempo della prima repubblica, quando un solo partito
rappresentava il mondo cattolico e, bene o male, ne esprimeva le
istanze, appare oggi addirittura insostenibile per coloro che,
appartenenti al Movimento per la vita italiano, aderiscano ad un
partito diverso. Il legame che, attraverso di te, si viene a
stabilire tra Movimento per la vita e UDC non favorisce il nostro
Movimento, stante, in aggiunta, l’opportunismo di cui ha dato
prova questo partito, che pretendendo di incarnare valori
cattolici, ha stabilito, nelle recenti elezioni regionali, alleanze
con candidati che li negano Carica politica e presidenza di
un’associazione sono generalmente considerate incompatibili:
Paola Binetti e Luisa Santolini, tanto per restare
nell’ambito di associazioni di cui fa parte anche il MPVI, si
sono con correttezza dimesse rispettivamente dalla presidenza di
Scienza e Vita e del Forum delle Associazioni familiari, una volta
elette al Parlamento.

 Ti saluto.

Alessandria, 22/5/2010

Marisa Orecchia Presidente di Federvita
Piemonte

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riferimenti:

http://www.libertaepersona.org/dblog/articolo.asp?articolo=1844

http://www.federvitapiemonte.it/html/home.php







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