
Un “curatore speciale” per difendere gli embrioni umani? Il Tribunale di Firenze dice di no.
Comunicato Stampa N. 50
Verità & Vita ha tentato di difendere i concepiti, ma il giudice ha respinto la richiesta e rinviato alla Corte Costituzionale la legge 40.
La legge 40 è incostituzionale. Lo sostiene il Tribunale di Firenze, che ha ritenuto la legge 40/2004 sulla fecondazione artificiale illegittima in relazione ad alcuni articoli della Costituzione. Secondo il giudice, le coppie infertili hanno diritto a produrre il numero di embrioni che ritengono necessari, hanno diritto a sezionarli e analizzarli con la diagnosi genetica pre-impianto, hanno diritto a revocare, dopo aver saputo che qualche embrione è (forse) malato, il consenso prestato, hanno diritto a congelare gli embrioni prodotti in eccesso e a trasferire solo quelli da loro scelti; avranno, poi, del resto, diritto ad abortirli durante la gravidanza.
Ma gli embrioni hanno qualche diritto? E chi può far valere i loro diritti davanti ai giudici? Il giudice di Firenze ha risposto: No! nessun diritto per gli embrioni e nessuno che possa difenderli.
In questa causa, per la prima volta il Comitato Verità e Vita aveva tentato di rappresentare il punto di vista degli embrioni e di ricordare al giudice che la l.40, almeno a parole, tutela i diritti di tutti soggetti coinvolti, compreso il concepito: aveva quindi chiesto la nomina di un curatore speciale per gli embrioni e, in attesa della decisione del Presidente del Tribunale, era intervenuto a supporto dei futuri embrioni.
Ma evidentemente, quando si autorizza una pratica come la fecondazione in vitro, che li rende dei semplici prodotti, nei quali bisogna verificare la eventuale presenza di difetti, non è possibile considerare gli embrioni davvero dei soggetti.
E così il giudice, senza attendere il provvedimento di nomina di un curatore speciale degli embrioni, ha escluso il Comitato Verità e Vita e ha addirittura ritenuto non necessario il coinvolgimento del pubblico ministero: il risultato non poteva essere che quello di una totale adesione alla posizione che riconosce agli adulti tutti i diritti e agli embrioni nessuno.
Siamo convinti che la Corte Costituzionale, davanti alla quale il Comitato Verità e Vita interverrà per far sentire quella voce che oggi non si è nemmeno voluto ascoltare, vorrà spazzare via le argomentazioni del giudice fiorentino.
Del resto, la stessa causa ha aspetti molto “strani”: con il Centro di fertilità che finge di opporsi alle richieste della coppia e con la coppia stessa che, dopo aver ottenuto in via di urgenza un provvedimento dello stesso giudice che autorizzava la diagnosi genetica pre-impianto, non ha dato corso alla fecondazione in vitro ed è nuovamente ricorso in via di urgenza al Tribunale; e con un giudice che mostra di ritenere necessario un altro provvedimento urgente, ma invia tutto alla Corte Costituzionale, ben sapendo che prima di una decisione passerà un lungo periodo…
Il Comitato Verità e Vita, nel suo impegno di difesa della vita umana dal concepimento fino alla morte naturale, continuerà sia a cercare spazi all’interno della pur iniqua legge 40 per una tutela efficace dei concepiti, sia a denunziare con forza l’ingiustizia della pratica della fecondazione in vitro e di qualunque legge che la autorizzi.