
La legge sull’aborto è una “sfilza di bugie”
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Omelia per la Giornata della Vita, Festa della Visitazione, 31 maggio 2007
Testo dell’omelia* – Cardinale Keith O’Brien
“Il Vangelo di oggi segue la Madonna. Ella ha appena saputo che sarà la madre del Messia e che anche sua cugina Elisabetta diventerà madre.
Maria, il cui intero futuro era stato trasformato dall’Annunciazione, è così commossa dalla notizia della gravidanza di Elisabetta che immediatamente si mette in viaggio verso la città di Giuda. L’incontro delle due donne è un evento di grande gioia. Quali insegnamenti possiamo trarre da questa scena?
Vediamo l’affermazione dell’immenso valore della vita fin dal suo concepimento. Il Redentore nel grembo unisce se stesso all’intera condizione umana. Incarnandosi nel grembo di Maria, Dio innalza ad un nuovo livello la grandezza di ogni vita umana.
La gioia di quell’incontro ci offre il messaggio di gioia che dovrebbe accompagnare ogni gravidanza. In ogni vita concepita Dio agisce direttamente per creare un essere umano nuovo e unico, una persona destinata alla vita eterna. Purtroppo la gioia non è sempre il sentimento dominante che l’annuncio di una gravidanza suscita nel mondo in cui viviamo oggi.
Oggi, mentre ricordiamo la Visitazione, celebriamo la “Giornata per la Vita” in Scozia, con una mescolanza di sentimenti, festeggiando il dono della vita ma ricordando anche la tragica perdita della vita. L’aborto è il tema della “Giornata per la Vita” di quest’anno che, significativamente, è il 40° anniversario dell’approvazione della legge sull’aborto. In questi 40 anni la perdita di vita è stata sbalorditiva. Circa 7 milioni di vite sono state terminate come conseguenza di quell’unico brano di legislazione.
Ci avevano detto che gli aborti clandestini uccidevano le donne e dovevano essere depenalizzati. Ci avevano detto che l’aborto sarebbe stato usato soltanto in casi estremi. Ci avevano detto che il vaglio medico sarebbe stato rigoroso. Ci hanno raccontato un mucchio di bugie e disinformazione mascherate da compassione e verità.
La portata dell’uccisione va oltre la nostra comprensione. In Scozia uccidiamo l’equivalente di una aula scolastica piena di bambini ogni giorno. Per molte donne l’aborto è diventato una forma alternativa di controllo delle nascite. Le vite dei bambini coinvolti non sono a rischio più di quanto le vite delle loro madri siano minacciate dalla gravidanza. Gli aborti effettuati per salvare la vita di una donna sono quasi sconosciuti. Come società ignoriamo intenzionalmente queste realtà.
Abbiamo bisogno di costruire, ancora una volta, una società che accetti con gioia la nuova vita. L’industria dell’aborto ha avuto un impatto massiccio sui valori della nostra società mentre i suoi fautori continuano a diffondere la loro cultura di morte. C’è l’accettazione di una filosofia che permette la distruzione dei bambini nel rifugio del ventre materno.
Dobbiamo continuare ad essere testimoni della verità ed essere non ambigui nel difendere la vita in tutto ciò che facciamo. Ho condotto campagne a favore del mondo in via di sviluppo, esortando le nazioni del G8 ad agire in difesa della vita. Ho condotto campagne contro l’indiscriminato potere omicida delle armi nucleari e in difesa della vita innocente; levo oggi la mia voce in difesa della vita quando è più vulnerabile e indifesa.
Non è facile mettere le società contro l’impulso naturale di proteggere le giovani vite. Invero la cura e l’interesse per i bambini sono ancora molto vivi. Siamo presi da preoccupazione quando compaiono nei nostri schermi televisivi notizie di un bambino rapito o ferito. Abbiamo sofferto per la scomparsa della giovane Madelein McCann in Portogallo; insieme ai suoi genitori conosciamo il valore inestimabile di una vita preziosa. Sì, la vita è preziosa e preziose sono anche quelle vite che sono spente nell’oscurità nascosta al mondo.
Costruiamo all’interno della nostra società una generazione di medici professionisti che non siano disposti a cooperare al massacro. Faccio appello alle nostre università e scuole mediche affinché insegnino che tutta la vita umana merita protezione. Faccio appello ai nostri ospedali affinché smettano di sperimentare procedure ideate solo per mirare ed uccidere i deboli e gli infermi. Faccio appello a tutti i politici perché rispondano ad una semplice domanda: siete disposti a proteggere il diritto alla vita di tutte le persone della nostra società dal concepimento fino alla morte naturale? E faccio appello a voi di ritenere responsabili questi rappresentanti.
A quelli che non sono disposti a dare questo appoggio noi non dobbiamo essere disposti a dare il nostro voto. La storia ci giudicherà su dove stavamo noi riguardo a questo problema. Ma c’è un giudizio più importante della storia. Noi tutti staremo davanti al trono del giudizio di Dio.
Esorto i politici a non avere niente a che fare con il malvagio commercio dell’aborto. Per quelli a Westminster [sede del parlamento inglese ndT] questo significa trovare i mezzi per rovesciare la legislazione che rende possibile l’omicidio. Per quelli a Holyrood [sede del parlamento scozzese, n.d.T.] questo significa rifiutare di permettere alle nostre strutture sanitarie di prendere parte all’uccisione arbitraria di innocenti. La pace non si può costruire all’ombra delle stanze dell’aborto.
Nel fare questo appello, mi rivolgo in special modo a quelli che sostengono di essere cattolici. Chiedo loro di esaminare le proprie coscienze e discernere se stiano avendo un qualche ruolo nel sostenere questa malvagità sociale. Ricordo loro di evitare di cooperare all’inqualificabile crimine dell’aborto e la barriera che una tale cooperazione erige al ricevere la Santa Comunione. Come ci avverte S. Paolo: «Chiunque in modo indegno mangia il pane o beve il calice del Signore, sarà reo del corpo e del sangue del Signore. Ciascuno, pertanto, esamini se stesso e poi mangi di questo pane e beva di questo calice.» (1 Co 11,27-28)
Sarei manchevole come pastore a non mettere in risalto la gravità di questa situazione non solo ai legislatori ma a chiunque: madre, padre, fidanzato, consulente che in un qualunque modo conducano una madre all’aborto.
C’è molto che possiamo fare. Possiamo richiedere sostegno per una legislazione che può non essere perfetta ma migliori la situazione: una legislazione mirata a ridurre i limiti dell’aborto o progetti di legge che garantiscano che i genitori siano informati se i loro figli chiedono un aborto può essere appoggiata purché sia detto chiaramente che, come principio, si è contro tutti gli aborti. Le proposte di garantire che le donne che stanno pensando all’aborto vengano informate in dettaglio sui rischi fisici ed emotivi per loro e sullo sviluppo del feto dovrebbero essere appoggiate.
Possiamo lavorare per garantire che quanta più luce viene fatta splendere su questa terribile procedura tanto meno essa sarà accettabile per la nostra società. Stanno comparendo segni di speranza: questo mese è stato riportato che molti medici non sono più disposti a cooperare all’aborto. Essi conoscono meglio degli altri l’umanità del nascituro. Dobbiamo sostenere chiunque adotti la stessa linea, credendo sempre che alla fine la verità trionferà.
Tornando alla scena della visitazione, vediamo che portando Nostro Signore alla casa di Elisabetta, Maria ha portato grande gioia, tanto da suscitare gioia nel nascituro Giovanni Battista. Mentre portiamo Cristo al resto della società, che le nostre voci siano causa di gioia per i nascituri della nostra società.” – The Scottish Catholic Media Office.
*Traduzione di Giovanni Corbelli.