
Ucciso sano perché ritenuto malato.
2010-08-2
Rispetto al bambino di 26 settimane abortito all’ospedale
Rimini, 29 Luglio 2010
Oggetto: Ucciso sano perché
ritenuto malato.
Rispetto al bambino di 26 settimane abortito all’ospedale Civile di
Padova, che chiameremo Andrea.
La fobia per la malattia e la disabilità è arrivata
al punto da uccidere al solo sospetto di presentarsi.
La legge 194 ci sta conducendo all’eutanasia preventiva, ad una
selezione eugenetica verso la ricerca del figlio perfetto. Ci
chiediamo: come è morto/a Andrea? A 26 settimane si nasce
vivi e quasi sempre il bimbo sopravvive senza problemi se
adeguatamente assistito. C’è motivo di pensare che si tratti
non solo di violazione della legge 194, in seguito alla quale sono
già stati soppressi legalmente oltre 5 milioni di bambini/e
con l’aborto. Qui sarà difficile non definirlo omicidio
volontario.
Siamo alle battute finali di una legge che intendeva
eufemisticamente tutelare la maternità e la vita e sempre
più si evidenzia come strumento di morte.
Negando l’esistenza della vita umana nella sua condizione
più debole e indifesa si ottiene una società
impazzita. Dove chi dovrebbe più amare, tutelare e curare la
vita si dedica, per legge, a distruggerla.
Rispetto al bambino di 26 settimane abortito all’ospedale
Civile di Padova, che chiameremo Andrea.
Rilanciamo il comunicato stampa della Comunità Papa Giovanni
XXIII www.apg23.org
Se la legge 194 ha legittimato l’omicidio del bambino disabile,
come
Rimini, 29 Luglio 2010
Oggetto: Ucciso sano perché
ritenuto malato.
Rispetto al bambino di 26 settimane abortito all’ospedale Civile di
Padova, che chiameremo Andrea.
La fobia per la malattia e la disabilità è arrivata
al punto da uccidere al solo sospetto di presentarsi.
La legge 194 ci sta conducendo all’eutanasia preventiva, ad una
selezione eugenetica verso la ricerca del figlio perfetto. Ci
chiediamo: come è morto/a Andrea? A 26 settimane si nasce
vivi e quasi sempre il bimbo sopravvive senza problemi se
adeguatamente assistito. C’è motivo di pensare che si tratti
non solo di violazione della legge 194, in seguito alla quale sono
già stati soppressi legalmente oltre 5 milioni di bambini/e
con l’aborto. Qui sarà difficile non definirlo omicidio
volontario.
Siamo alle battute finali di una legge che intendeva
eufemisticamente tutelare la maternità e la vita e sempre
più si evidenzia come strumento di morte.
Negando l’esistenza della vita umana nella sua condizione
più debole e indifesa si ottiene una società
impazzita. Dove chi dovrebbe più amare, tutelare e curare la
vita si dedica, per legge, a distruggerla.
Associazione Comunità Papa Giovanni
XXIII
Il Responsabile
Generale
Giovanni Paolo
Ramonda
XXIII
Il Responsabile
Generale
Giovanni Paolo
Ramonda