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Tag: bioetica

Convegno di Federvita Piemonte – Il Reset della Ragione

Le élites occidentali hanno preso buona parte del controllo dell’informazione, della medicina, della politica, della scienza, dell’intrattenimento e dell’educazione, abbandonando la legge naturale e Dio, per portare avanti un’agenda antiumana. Come riconoscere i pericoli per la dignità dell’uomo? Come difendersi e dare giusta battaglia a questa nuova dittatura che ha voltato faccia al bene comune?

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Una Lettera a lungo attesa

Il 22 settembre scorso la Congregazione per la dottrina della Fede ha pubblicato la lettera Samaritanus bonus sulla cura delle persone nelle fasi critiche e terminali della vita. Il Comitato Verità e Vita esprime il proprio compiacimento e la propria gratitudine per un documento che si segnala per la chiarezza e la completezza nel riaffermare come «insegnamento definitivo» l’illiceità dell’eutanasia e del suicidio assistito, sollecitando, nel contempo, tutti gli uomini di buona volontà a un’azione decisa verso l’accompagnamento competente e la cura di ogni vita umana che sperimenti la malattia, il dolore e la morte.

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Il provvedimento del Ministro della Salute sull’utilizzo della RU486: qualche riflessione

Eppure sta lì il male: la legge 194 non solo ha diffuso una cultura di morte che ha banalizzato l’aborto, ma contiene in sé – come ogni legge ingiusta – tutto il suo sviluppo negli anni, con il progressivo abbattimento dei paletti in essa contenuti: ha permesso, ad esempio, la legalizzazione delle pillole dei giorni dopo per non avere definito la “vita umana” che pure dichiara di voler tutelare; non ha posto ostacoli all’introduzione dell’aborto farmacologico; è scritta per rendere irrilevanti le problematiche di salute derivanti dalla gravidanza e per affidare all’autodeterminazione della donna la esecuzione dell’aborto; è scritta per rendere possibile l’aborto eugenetico e, perché no? anche la selezione dei bambini da uccidere sulla base del loro sesso, e così via.

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Evangelium vitae 25 anni dopo

Il 25 marzo 1995, san Giovanni Paolo II firmava l’enciclica Evangelium vitae, frutto di un articolato processo di elaborazione, che aveva attivamente coinvolto l’episcopato di tutto il mondo: infatti, nella Pentecoste del 1991, il Papa aveva scritto una lettera personale a ogni vescovo del mondo, al fine di avere la sua collaborazione nella redazione di uno specifico documento, auspicato dai cardinali nel Concistoro straordinario svoltosi a Roma dal 4 al 7 aprile 1991, dedicato al “problema delle minacce alla vita umana nel nostro tempo”: tale documento magisteriale avrebbe dovuto “riaffermare con l’autorità del Successore di Pietro il valore della vita umana e la sua inviolabilità, in riferimento alle attuali circostanze ed agli attentati che oggi la minacciano” (EV, 5).

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L’evidenza dell’umano

Prima di iniziare questo mio intervento, vorrei brevemente raccontarvi perché da più di vent’anni mi prendo cura delle persone in SV. Sono un geriatra mi sono sempre occupato della cura degli anziani. Ho incontrato per la prima volta questa condizione nel 1996. Allora di cosa fosse lo SV sapevo  davvero poco. Nonostante ciò, quando è stata chiesta la mia disponibilità ad assumere la responsabilità di un reparto ad essa dedicato ho detto subito di si. L’ho fatto perché ero rimasto profondamente colpito da questo strano e per certi versi ancora misterioso modo di continuare a vivere, colpito dalla sua povertà esistenziale e dalla radicalità delle domande, di cura, ma non solo, che pone.

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