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Premessa alle linee guida sulla – Legge 40/2004 –


Premessa alle linee guida sulla – Legge 40/2004 –

 

PREMESSA

Il Comitato Verità e Vita e la Legge 40/2004

La legge n. 40 del 2004 recante “Norme in materia di procreazione medicalmente assistita” ha disciplinato le pratiche di fecondazione artificiale da molti anni in essere in Italia e nel mondo ed ampiamente tollerate.

Il Comitato Verità e Vita da sempre ha espresso un giudizio nettamente negativo sulla legge, che ritiene legge ingiusta: essa, infatti, non proibisce la fecondazione artificiale extracorporea, ma si limita a regolarla stabilendo solo alcuni divieti e limiti per l’accesso, per di più in buona parte inefficaci.

Le pratiche di fecondazione in vitro, nei decenni trascorsi dalla loro applicazione all’uomo, hanno ampiamente dimostrato la loro natura e i loro effetti antiumani ed occisivi: la loro applicazione presuppone che la maggior parte degli embrioni prodotti artificialmente sia destinata a morte certa, ritenendosi, quindi, che il desiderio degli adulti di giungere ad una gravidanza debba essere soddisfatto ad ogni costo, prevalendo sul diritto alla vita dei figli; contempla come procedura inevitabile quella di manipolazione e selezione degli embrioni, con una rigida applicazione di criteri eugenetici ed una inevitabile eliminazione di quelli ritenuti “imperfetti” o malati, contribuendo così a rafforzare una mentalità di rifiuto del malato che è già ampiamente diffusa ed applicata con l’uso delle diagnosi prenatali in gravidanza; nega necessariamente la natura umana degli embrioni, considerandoli un mero prodotto ed affermando così il diritto degli adulti di sperimentare su di essi e di utilizzarli come materiale di studio; giunge, altrettanto inevitabilmente, a pratiche inique come quelle che mischiano il patrimonio genetico umano e animale.

La legge n. 40 non ostacola che in minima parte queste pratiche e questa mentalità: permette la creazione artificiale e la morte di un altissimo numero di embrioni umani – diverse decine di migliaia di embrioni morti ogni anno, come si deduce dalla Relazione Ministeriale relativa all’anno 2005 – così smentendo nei fatti il riconoscimento dell’embrione come soggetto di diritto; nega il rispetto della loro dignità permettendo le pratiche di fecondazione in vitro e infine “affida” la tutela degli embrioni nella fase della gravidanza alla legge n. 194/78 sull’aborto che, a sua volta, adottando pienamente il principio di autodeterminazione della donna, nega in radice il diritto alla vita del concepito. Il Comitato Verità e Vita ribadisce che l’unica legge giusta in questa materia è quella che vieta la fecondazione extracorporea, senza alcuna eccezione.

La legge n. 40 prevede la redazione triennale di Linee Guida vincolanti per le strutture autorizzate: uno strumento operativo importante per attuare quanto più possibile i principi, i divieti e i limiti che il legislatore – pur ingiustamente consentendo le pratiche di fecondazione extracorporea – ha inteso dettare.

Le prime linee guida approvate nel 2004 non potevano certamente modificare la integrale ingiustizia della regolamentazione disposta dal legislatore; potevano, però, quanto meno prevedere procedure e regole che rendessero effettivi, e non solo apparenti, i limiti e divieti previsti, contribuendo, così, a ridurre i casi di accesso alle tecniche e di conseguenza il numero degli embrioni prodotti e in buona parte destinati alla morte nonché a tutelare le coppie che lamentano un problema di infertilità.

Ciò, invece, non è avvenuto se non per ipotesi limitate in conseguenza della violenta spinta degli operatori incapaci di accettare qualunque limite e regola: il tutto coerentemente con la natura delle pratiche di fecondazione artificiale che, essendo stati violati fin dall’inizio i limiti derivanti dal rispetto della vita e della dignità di ogni uomo, non permettono nemmeno di concepire una regolamentazione coattiva.

Le spinte peggiorative si sono riproposte in vista della prima revisione triennale delle Linee Guida: si vuole recuperare la piena libertà di azione – sovrapproduzione, congelamento, selezione, soppressione, sperimentazione sugli embrioni – partendo da un’operazione semantica che pretende di negare la natura umana ai concepiti nelle prime ore di vita.

Il Comitato Verità e Vita, pertanto, pur ribadendo la propria integrale contrarietà alla regolamentazione disposta dalla legge n. 40 e la necessità che essa venga abrogata e sostituita con una normativa che vieti le pratiche di fecondazione artificiale extracorporea, ritiene in questo frangente di poter proporre delle modifiche alle Linee Guida che – pur dovendo inevitabilmente rispettare il dettato della legge – permettano di ridurre il numero degli embrioni prodotti, riconoscere ciascuno di essi come titolari dei diritti riconosciuti dalla legge, rendere rigorosi i limiti all’accesso, vietare le pratiche pericolose.