
Norlevo – parte 3 – Effetti e processi di evoluzione dell’embrione
Norlevo – parte 3 – Effetti e processi di evoluzione dell’embrione
Pillola del giorno dopo
- Norlevo – parte 1 – Introduzione
- Norlevo – parte 2 – Composizione, processi e definizioni
- Norlevo – parte 3 – Effetti e processi di evoluzione dell’embrione
- Norlevo – parte 4 – L’embrione umano
- Norlevo – parte 5 – Meccanismo di azione e classificazione
- Norlevo – parte 6 – Le strategie Ingannevoli
- Norlevo – parte 7 – Il Mercato e gli aborti nascosti
- Norlevo – parte 8 – Gli effetti avversi
- Norlevo – parte 9 – L’impatto diseducativo
- Norlevo – parte 10 – Conclusioni
E’ stato osservato quindi che il levonorgestrel, “mimando” l’azione del progesterone è in grado di favorire la produzione di muco a livello della cervice uterina; questa proprietà si rivela in questo caso inutile perchè occorrerebbe ricorrere all’assunzione della “pillola del giorno dopo” prima del rapporto per poter ottenere in tempo questo effetto “barriera” alla risalita degli spermatozoi.
Ipotizziamo quindi che sia avvenuto un rapporto non contraccettato e che il liquido spermatico depositato all’interno della cavità uterina sia in fase di risalita fino all’ampolla tubarica ove avviene la fecondazione dell’ovocita.
Lo spostamento ascendente degli spermatozoi viene favorito in prima istanza dalla spinta delle contrazioni della muscolatura liscia uterina generate dal coito femminile, poi viene favorito dalle correnti generate dal battito delle cellule ciliate delle pareti tubariche.
Già circa 90 secondi dopo il rapporto viene riscontrata la presenza degli spermatozoi a livello della cervice uterina e nella tuba dopo circa 5 minuti. Il loro spostamento avviene ad una velocità di circa 2-3 mm al minuto, per un percorso totale di 100-150 mm.
Dopo un’ora circa gli spermatozoi si trovano già a livello del terzo esterno della tuba di Falloppio, ove in presenza dell’ovocita espulso dall’ovaio, avviene il concepimento.
La loro sopravvivenza nelle tube può arrivare alle 80 ore (poco più di 3 giorni), mentre quella dell’ovocita non supera le 24 ore. Quindi l’unico modo per impedire questo incontro rimane quello di arrestare bruscamente l’ovulazione.
Ipotizziamo dunque due casi diversi:
a) L’ovocita è già stato espulso dall’ovaio il giorno stesso del rapporto. In questo caso sarebbe troppo tardi per intervenire con un’azione di blocco ovulatorio, tanto meno impedendo la risalita degli spermatozoi con un potente progestinico di emergenza, dato che la loro velocità di risalita consente a questi di raggiungere in tempi brevi il tratto interessato.
b) L’ovocita deve ancora maturare ed essere espulso dall’ovaio. In questo caso sarebbe necessario provvedere al blocco dell’ovulazione entro le 72 ore successive al rapporto, periodo questo di sopravvivenza degli spermatozoi nelle tube di Falloppio.
La “pillola del giorno dopo” è dunque in grado di arrestare in condizioni di emergenza il processo ovulatorio a seguito di un rapporto non contraccettato?
Ecco quanto emerge dagli studi riportati nella seguente tabella:
Si può osservare che l’assunzione di un singolo progestinico come il levonorgestrel della “pillola del giorno dopo” effettuata tra il 9° e il 15° giorno del ciclo ovarico è in grado di bloccare con un 17,7% di probabilità l’ovulazione, mentre se effettuata tra l’ 11° e il 19° giorno è in grado al massimo di arrestarla nel 23,5% dei casi.Questi dati smentiscono in pieno le proprietà antiovulatorie di emergenza della “pillola del giorno dopo”, quindi classificarla come contraccettivo è scientificamente scorretto.Prima dell’ingresso in commercio della “pillola del giorno dopo” si faceva ricorso in casi di emergenza come questi ad un metodo ormai abbandonato: la duplice somministrazione di 2 pillole estroprogestiniche assunte insieme rispettivamente entro le 12 ore e 72 ore dal rapporto.
Tale metodo è denominato “Yuzpe” ed è riportato in tabella confrontato con la somministrazione del progestinico levonorgestrel (LNG) della “pillola del giorno dopo”.
Chiarito che la “pillola del giorno dopo” è scarsamente efficace nel bloccare l’ovulazione, possiamo affermare con certezza che nel caso di un rapporto non contraccettato e fecondo, ci troviamo buona parte dei casi di fronte alla situazione schematizzata nell’illustrazione qui a fianco.
A seguito della risalita degli spermatozoi lungo i condotti tubarici e all’incontro tra gamete maschile e femminile avviene la fecondazione.