
Legge 194 e aborto
Domanda
Mi rivolgo al prof. Palmaro. Mi chiamo Antonella Ballatore e
conosco Giuseppe Garrone con il quale ho collaborato dando il mio
piccolo contributo nel libro “Oltre la morte…la vita”. Ho
partecipato al convegno tenutosi sabato 27 c.m. a Torino. Ho
ascoltato gli interventi di tutti voi impegnati attivamente per
cambiare la legge 194. Giusto porre l’attenzione sul rispetto della
vita di un essere umano innocente che ha il diritto di essere
accolto. Altrettanto giusto denunciare i numeri del disastro che ha
provocato questa legge e la cultura che lo ha scatenato. Io, come
lei potrà ben comprendere, mi sento chiamata in causa quando
si parla di aborto poichè l’ho vissuto o meglio subito.
Durante la giornata di sabato, mentre ascoltavo i vostri
interessanti interventi mi chiedevo se fosse giusto dedicare
così poco tempo alle donne, e a quanto anche esse siano
molto spesso tragicamente vittime dell’aborto del loro bambino.
Sarebbe forse necessario un nuovo e moderno femminismo nel quale lo
slogan, sempre se una questione così importante si possa
ridurre ad uno slogan, non dovrebbe essere più quello degli
anni 70, ma esattamente opposto. Ovvero la speranza ed eventualemte
la certezza che non si debba più abortire perchè ci
si arrende alla solitudine, all’abbandono, all’egoismo proprio e
altrui, alle omissisioni e ai condizionamenti dei sanitari e dei
media.La fragilità umana è spesso causa di gravi
errori. Abortire è uccidere anche se stesse oltre al proprio
figlio. Quale donna vorrebbe volontariamente farsi del male e farne
alla propria creatura se immaginasse a quale dolore sarebbe
sottoposta per il resto della sua vita proprio perche le manca quel
bimbo mai nato? Chi parla deil proprio dolore e dei propri sbagli
deve certamente essere coraggioso, ma affrontando il tema
dell’aborto è necessario, secondo me, che parlino le donne.
Agli oltre 4 milioni di bambini mai nati corrispondono altrettante
madri….tutti sappiamo che la Libertà è un valore
importante e irrinunciabile, ma solo chi è stato privato
della libertà sa cosa significa vivere senza. Avrei molte
altre cose da dirle , ma mi fermo qui. Spero che vorrà
leggere questa mia, e se ne avrà il tempo, gradirò la
sua risposta. Grazie Antonella
Risponde il Prof. Mario
Palmaro
Risposta
Gentile Antonella,
innanzitutto grazie della sua bellissima domanda, che considero un
frutto prezioso in piccola parte anche del nostro convegno di
Torino. Le sue parole sono forti e chiare, e spero che molti
potranno leggerle sul nostro sito.
Condivido la sua proposta di portare alla luce con maggiore
evidenza il dramma delle donne vittime dell’aborto, e credo sia
nostro compito – compatibilmente con le nostre forze – pensare a un
convegno che si concentri esclusivamente su questo mondo sommerso.
Del resto, il lavoro di Giuseppe Garrone in questa direzione
è ormai noto a decine di migliaia di lettori.
Sono invece più perplesso sulla possibilità di dare
vita a un nuovo femminismo, perché questa parola è
legata a un disastro culturale, educativo e morale che lei ben
conosce e che ha con tanta lucidità descritto nella sua
lettera. Insomma: a mio giudizio sarebbe come cercare di
ricostruire un “comunismo dal volto umano”. Detto questo, condivido
la sostanza della sua proposta. E cioè, la necessità
di far capire alle donne che la “cultura” dell’autodeterminazione e
del “potere sul proprio corpo” è una grande trappola, che
lascia sul campo due vittime: il figlio e la madre. Continui a dire
e a fare il bene che ci ha dimostrato, e che ci aiuta a anche a
ricordarci di come sia davvero poco quello che noi pro-life
facciamo, rispetto alla generosità e al coraggio di tante
persone come lei.
Con amicizia e stima
Mario Palmaro
Aggiunge Giuseppe Garrone
(Presidente di Federvita Piemonte, associazione che ha organizzato
la conferenza
‘Legge 194: Trent’anni
dopo’):
Carissima Antonella,
grazie per il messaggio che ci hai inviato.
Il convegno di sabato 27 u.s. era sulla legge e abbiamo dovuto
limitarci escludendo alcuni argomenti che compariranno sul libro in
preparazione. Ma il tuo prezioso messaggio mi ha suggerito
l’argomento del prossimo convegno, che verrà come
logica consequenza di quello passato. Ovviamente sempre che il
direttivo regionale approvi. Parlare delle conseguenze
dell’aborto e far parlare i veri testimoni, oltre agli
specialisti, è fondamentale per liberare le donne incinte
dall’idea che l’aborto possa essere soluzione a
qualsiasi problema.
Cara Antonella, i bambini abortiti stanno attendendo dalle loro
mamme di dimostrare che, nonostante tutto, la loro vita non
è stata inutile.
Un caro abbraccio
Giuseppe
Egregio prof. Palmaro e caro Giuseppe,
innanzitutto ringranzio entrambi per la vostra risposta.
Al prof. Palmaro, al quale ricambio la stima, mi permetto di
aggiungere che so perfettamente quanto il femminismo sia stato
deleterio e condivido il suo giudizio negativo su un eventuale e
poco rassicurante comunismo dal volto umano che io non ho
assolutamente intenzione di promuovere. Sono certa che chi ha
abortito non abbia voglia di scendere in piazza a manifestare..ma
forse grazie al lavoro che Giuseppe fa da tanti anni, grazie a
tutte le persone impegnate pro-life, e grazie alle donne che,
spero, troveranno il coraggio di parlare pubblicamente non di
aborto, ma del loro aborto, si potrà smantellare l’ipocrisia
della legge 194 e cambiarla in senso completamente favorevole alla
vita. Per ciò che potrò ancora fare io sono al vostro
fianco e disponibile, seppur con tutti i miei limiti e le mie
difficoltà.
Un abbraccio di cuore.
Antonella
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