
Il suicidio di una persona può diventare lo spot per promuovere in Italia la società dello scarto?

Comunicato Stampa 195
Abbiamo letto con molta attenzione e compassione la lunga lettera di Loris Bertocco inviata ai mass media prima di suicidarsi volontariamente in Svizzera l’altro ieri ed abbiamo trovato in essa molti motivi di riflessione per un approfondito esame di coscienza personale e comunitario.
Il fatto che Loris Bertocco scriva che è costretto a prendere questa decisione perché le istituzioni preposte all’assistenza non gli garantiscono i mezzi necessari per poter vivere con dignità la sua disabilità grave e che lui non ha i soldi necessari per potersela mantenere non può non farci gridare allo scandalo per il cattivo uso che si fa del denaro pubblico col fine di soddisfare desideri, con scarsi risultati, invece di permettere di curarsi ai meno abbienti e di vivere una vita dignitosa a chi è affetto da gravi disabilità.
Citiamo solo un esempio, che già più volte abbiamo denunciato: negli ultimi LEA è stata inserita la fecondazione artificiale omologa ed eterologa – che lo ripetiamo nel 2015 ha dato la possibilità di avere un figlio in braccio solo al 15,73% delle coppie trattate! – e la stessa Regione Veneto, che nel 2011 per prima ha assicurato l’accesso gratuito alla fecondazione extracorporea alle donne fino a 50 anni, che ora ha negato l’aiuto necessario ripetutamente richiesto da Bertocco!
Molte altre riflessioni ognuno di noi singolarmente, socialmente e comunitariamente è chiamato a fare partendo dalla denuncia fatta da Loris Bertocco e da quello che vediamo accadere intorno a noi ogni giorno ed a dare il proprio contributo per rendere più umana e veramente solidale questa nostra società annichilita dall’individualismo e dall’utilitarismo dilaganti.
Ma è doveroso ritornare a riflettere sulla parte finale della lettera di Bertocco “Testamento biologico e legge sul fine vita”, nella quale è contenuto l’appello che si approvi al più presto una buona legge sull’accompagnamento alla morte volontaria, che rivela fino a che punto arriva il potere persuasivo della cultura dello scarto ampiamente, esplicitamente ed anche subdolamente, sistematicamente diffusa dai mass media, che riescono a convincere una persona, che afferma che fino all’ultimo la vita va rispettata e garantita nella sua dignità, a rinunciare al bene più grande che ha, la vita, perché non è degna di essere vissuta.
In questa fase conclusiva della legislazione c’è chi spinge con insistenza per far approvare rapidamente sull’onda emotiva di queste dolorose vicende, che sembrano organizzate ad arte, il ddl sulle DAT, ma noi ci auguriamo che i Parlamentari, che ancora affermano di rispettare la dignità e la vita umana, non si lascino trascinare da questa ondata di morte ed abbiano il coraggio di affermare in Parlamento che la vita di ogni uomo è sempre e comunque intangibile e che nessuno può avanzare la pretesa che lo Stato diventi complice delle volontà suicide o – come accadrà il più delle volte se il ddl sulle DAT sarà approvato! – omicide di suoi cittadini, cui deve invece assicurare sempre le cure mediche per tutelare il loro diritto alla salute e l’assistenza necessaria nei casi di grande invalidità.
Contro il disegno di legge sulle DAT – lo ripetiamo con ferma convinzione – occorre una presa di posizione salda, basata sulla verità del suo contenuto totalmente inaccettabile e che deve condurre i Parlamentari rispettosi della vita e della Costituzione ad una opposizione decisa, senza la ricerca di alcun compromesso, perché già innumerevoli vite umane innocenti con l’aborto volontario, la fecondazione extracorporea e le pillole abortive sono state sacrificate e continuano ad essere sacrificate grazie alla cooperazione diretta e consapevole di Parlamentari sedicenti cattolici e all’assordante silenzio di chi dovrebbe illuminarli ed esortarli ad essere coerenti!