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Fecondazione Artificiale & Legge 40: i dati che nessuno vi dice

Comunicato Stampa N. 74

Il Ministero della Salute ha diffuso da alcune settimane i dati relativi all’attività di 202 Centri per la Procreazione Medicalmente Assistita (PMA) nell’anno 2007. Molto diversi i commenti su queste cifre: toni rassicuranti o addirittura trionfalistici fra quanti si sentono obbligati a difendere la “validità” della legge “usque ad mortem”, anche perché hanno contribuito a pensarla, scriverla, sostenerne il voto. E toni allarmistici fra quanti vorrebbero mano totalmente libera nelle tecniche di produzione dell’uomo, per i quali perfino una legge come la 40 è troppo stretta.
Nel mezzo di questa contesa c’è però un grave vuoto di informazione. Vengono taciuti i dati che misurano una “assenza”. L’assenza all’ “appello” di quei “bimbi in braccio”, di quelle sorelline e fratellini che “non ce l’ hanno fatta”. Ecco i dati:
Numero embrioni trasferiti (tab.4.27)…….. 77.001
Numero nati vivi (tab.4.28)………………. 6.800
Dunque dei 77001 embrioni concepiti, ben 70201 non hanno potuto vedere la luce. Nel 2007 gli assenti, i “concepiti per forza” sacrificati al desiderio degli adulti, sono stati 70201.
Verità e Vita ripete ancora una volta ciò che sta dicendo da sempre: questo dato conferma che la legge 40 – al di là delle buone intenzioni dei suoi sostenitori – rimane gravemente ingiusta, e rivela la sua parentela stretta con la 194, la famigerata legge sull’aborto di Stato. Verità e Vita giudica inaccettabile ogni silenzio in proposito, e ogni tentativo maldestro di fare apologetica fuori luogo sulla fecondazione artificiale. Quasi che ci sia un modo “buono” di fare figli in provetta, quello cioè di applicare la legge 40.
A maggior ragione speriamo che voci di verità e di vita si levino con più forza nel mondo cattolico. Specialmente dopo che la recente Istruzione Dignitas Personae giudica la FIVET, anche se praticata con l’assoluto rispetto dei c.d. “paletti” della l.40/2004 (cosa da verificare dal punto di vista operativo), causa “triste e paradossale” di uno spropositato numero di aborti volontari in causa. L’istruzione Dignitas Personae – rimasta ancora semisconosciuta nel mondo cattolico – riferendosi alla fecondazione in vitro parla apertamente di “eliminazione volontaria di embrioni” (n. 14); parla di “numero di embrioni sacrificati altissimo (…) perdite accettate dagli specialisti delle tecniche come prezzo da pagare per ottenere risultati positivi” (n.14); parla di “perdite previste e volute” (n.15); di “trattamento puramente strumentale degli embrioni” nel caso di trasferimento multiplo (n.15).
Verità e Vita condivide toto corde quanto scritto da firma autorevole sul quotidiano della Santa Sede:
“Nessuna persona di buon senso, nessun medico di buona coscienza, nessuna legislazione civile permetterebbero che si praticassero ordinariamente interventi medici o chirurgici che comportassero – anche quando eseguiti ai massimi livelli di efficienza e di sicurezza – la perdita dell’ 80 % dei soggetti coinvolti. Questo è, invece, l’ordine di grandezza delle perdite di embrioni trasferiti nel corpo materno durante le tecniche di fecondazione in vitro.(……………….) Quale madre accetterebbe che il suo bambino corresse un rischio così serio nell’ambito di una terapia medico-chirurgica, a meno che non fosse l’unica via per salvarlo da morte sicura?”

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