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Affermare la verità integrale sull’uomo e sulla famiglia, no a qualsiasi posizione di compromesso

Affermare la verità integrale sull’uomo e sulla famiglia, no a qualsiasi posizione di compromesso

Comunicato Stampa n. 163

Il Comitato “Difendiamo i nostri figli” ha convocato per il 20 giugno a Roma una manifestazione per difendere la famiglia naturale dall’assalto a cui è costantemente sottoposta dal Parlamento ed i figli dalla colonizzazione ideologica della propaganda delle teorie gender nella scuola.
I promotori vogliono pubblicamente ribadire il diritto dei genitori di educare e istruire i figli, specialmente con riguardo alle tematiche della affettività e della sessualità, contro le lobby che diffondono teorie anti-scientifiche tentando di indottrinare i bambini.
L’appello sostiene che l’istituto della famiglia naturale, già gravemente ferito da legislazioni che via via ne stanno erodendo i fondamenti, deve finalmente veder riconosciuto, promosso e sostenuto il suo insostituibile ruolo sociale. Il fondamento stesso della famiglia, così come riconosciuta dalla nostra Costituzione, non può essere messo in discussione con tanta facilità dalle stesse ideologie, pronte a sacrificare sull’altare dei diritti civili il naturale diritto dei bambini di crescere con mamma e papà.

Il nostro Statuto ci impone di affermare in ogni circostanza tutta la verità sull’uomo, sulla sua dignità, sulla sua intangibilità, sulla necessità che questo valore sia tutelato nella sua totalità dalle leggi civili, dai costumi, dalla cultura,e in generale in ogni settore della vita pubblica e privata.
Ebbene: l’ideologia gender, negando ogni differenza tra uomo e donna derivante dalla natura e sostenendo che ciascuno può scegliere il proprio sesso e il proprio ruolo sociale a prescindere dalla propria identità sessuale, è fondata sulla menzogna e sul travisamento della realtà e della verità dell’uomo. Proprio per questa sua natura ideologica e per la ribellione esplicita verso la realtà naturale, essa non può che imporsi con la minaccia contro chi pensa e parla in modo differente (il progetto di legge Scalfarotto), con l’intimidazione dei personaggi pubblici, con la rieducazione coattiva dei mass-media (il decalogo dell’UNAR verso i giornalisti) e, soprattutto, con l’insegnamento obbligatorio di queste teorie nelle scuole ai bambini e ai ragazzi, sottraendo ogni controllo ai genitori e costringendo gli insegnanti a ripetere come verità queste menzogne (disegno di legge Fedeli). Si tratta di un disegno esplicitamente totalitario che inevitabilmente nega il diritto delle famiglie ad educare i propri figli, la libertà di manifestazione del pensiero, la libertà di stampa e, in fondo, la stessa democrazia.
L’adozione del matrimonio omosessuale – comunque si voglia chiamarlo (disegno di legge Cirinnà) – costituisce, poi, il sigillo pubblico ad una menzogna che pretende di equiparare alla famiglia naturale rapporti privi di valenza positiva per le persone coinvolte e per la società intera.

Non è certamente la prima volta che si tenta di adottare progetti contrari alla verità sull’uomo: la legge 194/1978 sull’aborto nega ogni tutela al bambino ed ha creato una cultura che considera il bambino concepito in un momento non voluto o affetto da qualche malattia o malformazione un “nemico” da eliminare con qualsiasi mezzo (pillole del/i giorno/i dopo, aborto chirurgico e farmacologico, aborto eugenetico impropriamente detto “terapeutico”); la legge 40/2004 sulla fecondazione extracorporea oltre a far considerare terapia tecniche alternative di produzione umana con efficacia molto bassa (solo meno del 15% delle coppie che vi ricorrono riesce ad avere un figlio in braccio e solo 1 su 16 embrioni prodotti riesce a sopravvivere fino alla nascita!) sta creando – complice la Corte Costituzionale – l’idea di  un presunto “diritto incoercibile al figlio” ed al figlio sano rendendo l’embrione una cosa priva di ogni valore, che si può commissionare, produrre e scartare se non perfetto, utile solo a soddisfare i desideri degli adulti che pagano; e non dimentichiamo che una giovane donna indifesa è stata uccisa con l’autorizzazione dei Giudici fingendo di tutelare la sua autodeterminazione.

La risposta a queste iniziative non può che essere di opposizione e rifiuto senza eccezioni: non si può venire a patti con la menzogna e rinunciare ad affermare la verità intera!
La natura e l’esperienza insegnano che siamo concepiti e nasciamo uomini e donne, che è l’amore di un uomo e di una donna a far nascere i bambini, che ogni bambino ha bisogno di un padre e di una madre, che sono le famiglie fondate sul matrimonio a reggere e a spingere in avanti ogni società ed a mantenerla in vita; e ancora, che i bambini non si comprano al mercato, che i bambini non si possono uccidere perché imperfetti, che le donne povere del terzo mondo non sono contenitori da sfruttare con un’elemosina!

Il Comitato Verità e Vita ritiene molto importante la manifestazione del 20 giugno a Roma, ma sente il dovere di mettere in guardia da ogni tentativo di giungere a compromessi o accomodamenti.

Il popolo che sostiene il bene comune non può essere frenato e indirizzato dalle logiche politiche e parlamentari da parte di coloro che, in qualche modo, cercano qualche agibilità o visibilità in Parlamento e nella politica: sui principi fondamentali i politici – se sono in grado e se vogliono farlo – devono rispettare i propri doveri, facendo opposizione dura e sincera, senza nessun ammiccamento all’altra parte che permetta di restare saldi nel proprio incarico.

Ogni proposta o tentativo di mediazione che comporti il “pieno riconoscimento dei diritti delle persone e totale sostegno alle unioni affettive a prescindere dagli orientamenti sessuali e dalla tipologia del legame” è un espediente politichese, che ricorrendo ad un camuffamento linguistico di fatto decreta oggi l’assimilazione di queste unioni all’istituto familiare, cosa non ricercata dai conviventi eterosessuali che non scelgono di sposarsi pur potendolo fare, ma fortemente voluta dai conviventi omosessuali, che invece non possono contrarre matrimonio, e getta i presupposti per l’introduzione nel nostro ordinamento del matrimonio tra persone dello stesso sesso in contrasto con quanto stabilisce la nostra Carta Costituzionale.
La convivenza – sia etero che omosessuale – non può essere riconosciuta né promossa o favorita dalla Stato, che deve invece affermare la centralità della famiglia naturale fondata sul matrimonio, nella quale uomo e donna si impegnano per sempre tra loro e con la società e assumono i doveri conseguenti.
E’ la famiglia – solo la famiglia –  uno dei beni più preziosi dell’umanità a dover essere difesa e tutelata e messa nelle condizioni migliori per svolgere il suo insostituibile ruolo sociale!

Quindi: i progetti di legge Scalfarotto, Cirinnà e Fedeli devono essere semplicemente ritirati e l’attacco alla famiglia deve cessare ed essere sostituito da misure che la sostengano e la favoriscano!
Chiunque cooperi per qualsivoglia motivo ed in qualsiasi modo a favorire il riconoscimento delle “unioni di fatto” non può considerarsi un politico, un amministratore od un cittadino al servizio del bene comune e di una società veramente umana.

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